Mentre da Roma il senatore Lotito prende la mira per sparare il colpo della candidatura del rettore Unimol, il napoletano Brunese, a presidente della Regione, in Molise si prepara il possibile rinculo.
A spalleggiare e a fornire conferme al neo coordinatore di Forza Italia, il laziale Lotito eletto a Palazzo Madama proprio da questa terra, ci sarebbe Toma con tutta la sua Giunta. Ognuno di coloro che fino a ieri erano pronti a chiedere per sé la candidatura alla presidenza, oggi sarebbero pronti a fare un passo indietro a patto e condizione che…
Perché in politica nulla si fa per caso, c’è sempre qualcosa dietro. E cosa potrebbero volere? La loro riconferma, in caso di vittoria, nei posti di comando. Lotito dovrebbe essere colui che fa da garante a questo patto. In fondo, che Lotito sia ormai l’unico interlocutore rimasto a Donato Toma su Roma è un dato di fatto. Così come il silenzio della giunta uscente di fronte alla scelta di un non molisano alla guida della regione la dice lunga sulle manovre che stanno avvenendo in perenne contatto telefonico.
Gli strateghi della politica, in fondo, non hanno nulla da perdere. In caso di sconfitta la responsabilità sarebbe del rettore. In caso di vittoria invece il merito sarebbe il loro che guadagnerebbero punti perché si sarebbero caricati sulle spalle la candidatura del rettore a governatore.
Una carica che, se assegnata a Brunese, sarebbe vista di buon occhio anche dall’onorevole Boccia del PD che all’Unimol insegna e, quindi, visti i rapporti con il buon Brunese che nel 2019 l’ha spuntata come rettore per appena sei voti, una volta eletto a via Genova potrebbe magari piazzare qualche uomo dell’ex ministro dem. Come ad esempio Giacomo Papa, pure lui braccio destro di Toma come consigliere giuridico.
Da Roma però pare non tengano conto del sondaggio della Ghisleri che vede il centrodestra al 50,1% e il centrosinistra al 47,7%. Una manciata di voti che potrebbero letteralmente far capovolgere il quadro. Infatti per le strade molisane serpeggia, e neppure troppo latente, il malcontento della popolazione ed eventuali candidati di fronte all’occupazione straniera del ruolo di presidente della giunta regionale. Della serie: abbiamo già dato con l’elezione di Cesa e Lotito in Parlamento, ora basta. Eh sì, perché aver ingoiato il rospo di eleggere un senatore e un deputato in quota centrodestra non molisani non dà certamente a questi il diritto di venire a decidere chi deve guidare la nostra regione. Imprenditori pronti a cambiare schieramento, possibili candidati pronti a fare un passo indietro o a passare a sinistra, elettori non disponibili a votare a destra è il rinculo del colpo che Lotito vorrebbe sparare, in maniera pilotata, sul Molise.
Restano anche da valutare le reazioni di un silente Patriciello, che si ritroverebbe proprio il governo Toma nella stessa posizione in cui è oggi con il cambiamento del vertice e un Toma e un Papa riposizionati. E c’è da vedere anche la reazione di un altro silente, Michele Iorio, troppo taciturno di fronte all’eventualità che un non molisano guidi il Molise.
Intanto una cosa appare chiara: la cordata che opta per Brunese alla presidenza rischia di mandare al massacro un professionista attratto dal suono delle sirene senza fare i conti con la realtà: i molisani sono stanchi di Toma, della sua Giunta e di tutti coloro che negli ultimi 10 anni hanno compiuto scelte dettate solo da interessi personali che hanno distrutto tutto ciò che c’era di buono in Molise. Ed oggi senza vergogna vorrebbero fingere di cambiare tutto per non cambiare nulla

 

 

REDAZIONE POLITICA CB
AdES

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