Tra le oltre 87 mila imprese e i 418 mila occupati dell’economia balneare italiana ci sono 30 mila stabilimenti (con 100 mila occupati) che chiedono certezza e stabilità al Governo e all’Europa. “L’offerta dei servizi di spiaggia in Italia nasce da lontano, ma oggi rischia di non avere più un futuro”.

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Anche se le presenze in spiaggia degli italiani in 6 anni sono crollate del 41% (dai 241.759.000 del 2008 ai 140.612.000 dello scorso anno) il mare si conferma la prima destinazione turistica italiana con il 30% delle presenze complessive e un trend in costante crescita per gli stranieri (+13% dal 2008). “Siamo convinti che il Governo vorrà e saprà difendere le imprese balneari italiane dal momento che è ben consapevole delle possibili gravissime conseguenze alle quali andrebbe incontro il turismo italiano, soprattutto in tema di qualità dei servizi, immagine ed occupazione.

Ma non c’è più tempo: gli imprenditori balneari sono già al lavoro, perché tra poco più di un mese inizia la stagione turistica 2015 e molti, troppi, non conoscono ancora oggi quale sarà il proprio destino e quello delle loro famiglie. Non sanno, cioè, se il prossimo anno potranno ancora aprire lo stabilimento balneare, potendo contare su un lavoro, oppure dovranno abbandonare tutto e ricominciare da capo, a 50, 60 o 70 anni, perché il proprio Stato si è ripreso un ‘bene’, la spiaggia, concessa ‘nuda e cruda’ molti anni fa, sulla quale è stato costruito il ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana con un contributo fatto di duro lavoro, di sacrifici, di investimenti, di vera passione, spesso, da parte di generazioni di persone”.

“Noi stiamo contrattando con l’Europa – spiega il sottosegretario al ministero dell’Economia Pier Paolo Baretta – il massimo dei tempi possibili, compatibilmente con le direttive europee e la Bolkestein, certamente l’Italia ha una condizione specifica e ha il diritto di porre questo tema all’Europa e quindi noi stiamo insistendo perché ci sia un riconoscimento della specificità italiana. Noi ci muoviamo forzando, diciamo, le regole europee, ma ovviamente tenendone conto, in questi giorni sono in corso le trattative”.

E proprio a Baretta lancia un appello il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Vogliamo riprendere quel tipo di lavoro che fu fatto al ministero dell’Economia con il suo coordinamento con tutte le forze politiche e tutte le realtà rappresentative del settore. Arrivammo a un buon testo e a una buona intesa. Noi abbiamo una specificità che l’Europa non può ignorare, dobbiamo far sì che pretesti come quelli della Bolkestein non riescano a interrompere storie belle di sudore e passione come quelle dei tanti balneari che vedo qui oggi”.

Chiede semplificazioni e certezze anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli: “Come al solito la burocrazia ci rovina, in Italia per un’impresa ci sono 120 adempimenti fiscali l’anno, uno ogni tre giorni. Non vince il più bravo, ma solo il più furbo. La stabilità e la semplicitaà sono quello che chiedono i balneari italiani che oggi sono qui riuniti”. “La nostra paura è tangibile in quanto ad oggi tante sono le possibili soluzioni ma il governo ancora nicchia nel salvaguardare i 30.000 imprenditori balneari italiani. Ora bisogna trovare una soluzione celere che possa ridare fiducia al comparto e rilanciare gli investimenti”- dice Massimo Balante, presidente del Sib Molise.

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