Dopo la recente ordinanza del Ministro Speranza con la quale è stato disposto il passaggio del Molise in zona arancione, l’amministrazione comunale di Isernia ha valutato se tenere aperte o meno le scuole della città.

«La situazione pandemica è costantemente monitorata e al momento non c’è nessun particolare allarme – hanno dichiarato a tal proposito il sindaco Giacomo d’Apollonio e l’assessore all’istruzione Eugenio Kniahynicki –. Siamo in costante contatto con i dirigenti scolastici degli istituti di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori.

Di comune accordo, si è stabilito di mantenere aperte, con la didattica in presenza, le scuole che vanno dall’infanzia alle medie, dove, infatti, non si registrano cluster né altre criticità.

Per quanto concerne, invece, le scuole superiori – hanno aggiunto d’Apollonio e Kniahynicki – i dirigenti d’istituto continueranno a decidere autonomamente le percentuali di didattica in presenza che, com’è noto, possono andare dal 50% al 75%. Negli stessi istituti superiori, il resto della popolazione studentesca opererà in Dad, e ciò permetterà di non sovraccaricare il trasporto scolastico, riducendo sensibilmente i rischi di contagio».

Inoltre, a conforto della loro decisione, il sindaco e l’assessore hanno aggiunto altre considerazioni.

«Le nostre valutazioni, – hanno detto Kniahynicki e d’Apollonio – ci consentono di sostenere che le scuole sono tra i luoghi più sicuri per i ragazzi, giacché vengono controllati da vicino sia per quanto riguarda l’obbligo d’indossare la mascherina sia per ciò che concerne il rispetto dei distanziamenti.

Al contrario, nei giorni scorsi, cioè quelli di chiusura delle scuole per il ponte di carnevale e di quaresima, molti studenti si sono riversati nelle strade e nelle piazze, causando ripetuti assembramenti e situazioni di pericolo per se stessi e per gli altri. Quindi, la situazione generale è certamente più tranquilla se le scuole restano aperte.

Ad ogni modo – hanno concluso il sindaco e l’assessore – ci sarà una quotidiana vigilanza e siamo pronti ad assumere le necessarie decisioni ove le condizioni dovessero variare e preoccupare. Ad oggi, però, non sussistono ragioni per tenere chiuse le scuole».

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