Né vincitori né vinti. Isernia non premia nessuno con una vittoria. I sogni di gloria sfumano per i protagonisti della zona Melogli. Nonostante l’armata del governo Toma, l’avvocato si ferma al 42,9% cioè prende circa sei punti percentuali in meno delle liste. Voti che sono andati a finire tutti sul candidato del centrosinistra Castrataro che, al contrario, rispetto alle sue di liste, di voti in più ha preso proprio il 6%.

Più coerente invece è stato l’elettorato di Cosmo Tedeschi che si è fermato a un solo punto percentuale sotto le liste.
Se Castrataro rappresenta il Mose’ isernino che dovrà aprire le acque per salvare il popolo, non si può certo dire che lo stesso popolo abbia risposto con una fiducia nei partiti di governo. La venuta di Di Maio e di Conte ha ridotto il Movimento 5stelle – con i suoi sei consiglieri regionali e 4 parlamentari- al 3,79%. I ministri dem invece sono riusciti a portare il PD al 9.70%. Poca cosa rispetto alle aspettative degli isernini sulla novità di Volt (al 6,65%) e della lista del candidato sindaco balzata al 12,89%.
Con il 48,30% la corazzata di Toma -Niro-Tartaglione- Calenda- Micone non c’entra l’obiettivo di eleggere il consiglio comunale al primo turno. Ci serviva qualcosa in più del 50%. Colpevole la vera debacle di questa tornata elettorale, ossia la Lega che si è fermata al 2,93%. Non sono bastati i duemila voti di Forza Italia e i 1600 voti delle due liste di Di Baggio. I leader sono spariti dalla sfilata per accaparrarsi il successo che non c’è stato A parlare in televisione hanno inviato il buon Di Lucente. Toma ha fatto un intervento telefonico. Entrambi hanno dato la loro lettura: tutta colpa di Iorio. Ma tra assessori regionali, deputata e eurodeputato al seguito, nessuno è andato a spiegare chi come e perché hanno dirottato i voti su un candidato sindaco diverso da Melogli. Il voto ora va studiato nel merito individuando liste, preferenze, e voto incrociato. Eh sì. Perché oltre alla mancata anatra zoppa, in zona Melogli hanno fallito completamente la previsione di Toma del “vinciamo al primo turno” mandando al ballottaggio il mal capitato Melogli.
Dovevano distruggere Iorio con la loro super potenza. Invece il “dinosauro” ha abbandonato l’investitura del politico che gioca per vincere e, alleandosi con Tedeschi, è uscito dall’isolamento attraverso una sconfitta che vale una vittoria. A dispetto di chi sui social ulula alla luna chiedendo la rimozione della classe dirigente del partito magari sperando in posti liberi per puntare al parlamento o alla regione.
Per il blocco che si è classificato terzo, appare buona la performance di Fratelli d’Italia che si attesta a 8,77%. Non reggono le liste civiche che in tre portano in dote il 7%. Ma nel totale quel 16,32% incassato porta il gruppo ad essere il nuovo ago della bilancia. Che ci sia il ballottaggio o che si rivolga lo sguardo a future competizioni, senza Iorio non si vince. Chissà, forse anche in vesti diverse da quelle a cui siamo stati abituati a guardare l’ex presidente. Uno Iorio che, seppur apparso amareggiato per quel ci si aspettava di più, ha lanciato messaggi chiari ad un governo regionale. Chissà se sia la volta buona che il dinosauro invece di andare verso l’estinzione non sia proiettato verso l’evoluzione della specie.
Un processo iniziato si con il voto di sfiducia a Toma ma che dovrebbe proseguire anche con scelte che mirino a sbalordire l’elettorato. Quello stesso elettorato che ha bisogno di ritrovare fiducia ed entusiasmo accantonando nomenclature storiche onnipresenti nelle istituzioni.
Ora inizia la seconda fase, quella più importante. La partita è ancora aperta e dalle parti di Castrataro non si può e non si deve abbassare la guardia. Tedeschi dal canto suo è l’ago della bilancia. Toma e i suoi saranno disposti a scendere in campo con l’artiglieria pesante che batte qualunque memoria del recente passato, nonostante i morti di Covid, nonostante la pessima gestione della pandemia, nonostante tutto.
Sparisce dagli schermi anche il giovanotto che punta al parlamento Andrea Greco con i suoi colleghi Primiani ecc… Sparsi per le vie di Isernia, loro ci hanno dimostrato un dato importante: le piazze piene non sono più simbolo di successo elettorale. E magari, passandosi una mano per la coscienza, riusciranno anche a capire come ci si può ridurre al 3% da forza di governo.

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