Polemiche innescate da differenti vedute, tra il Presidente della provincia Lorenzo Coia e il sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio forse strumentali?

Veniamo ai fatti:

  A seguito delle precipitazioni nevose dei giorni scorsi e del brusco abbassamento delle temperature, da una verifica degli impianti termici degli istituti superiori i nostri tecnici – afferma Coia – hanno riscontrato la rottura di una tubazione che conduce al terzo piano dell’Istituto Tecnico FERMI e al blocco del motore della caldaia principale dell’Istituto d’Arte Manuppella. Per consentire ai tecnici di intervenire per ripristinare gli impianti il Presidente ha pregato il Sindaco di Isernia di emanare una ordinanza di chiusura temporanea di detti Istituti o classi fino a Sabato 21 p.v.

 Il Presidente coglie l’occasione per rimarcare le criticità nel patrimonio di edilizia scolastica che permangono, e non basta  la buona volontà con la quale, ormai, la Provincia riesce a farvi fronte con sempre maggiori difficoltà, nelle condizioni di esigue risorse nelle quali si trova, ormai ben note e che saranno tali  fino a quando il Governo non interverrà in maniera adeguata per ripristinare condizioni minimali di erogazione dei servizi essenziali quali il diritto allo studio, attraverso risorse finanziarie adeguate.

Da questa posizione per chiudere la scuola necessitava la firma autorizzativa del sindaco di Isernia che non ha firmato l’ordinanza. Domani quindi scuole aperte, la giustificazione sindacale: “non sussistono i presupposti di pericolo che giustifichino il provvedimento”.

Immediata la critica al sindaco è giunta dal Consigliere d’opposizione Roberto Di Baggio il quale in un post produce una riflessione condivisibile:

<<Leggo questa storia delle scuole al freddo e non posso non dire la mia. Da cittadino e da genitore mi pongo una sola domanda. Ma se 200 ragazzi stanno al gelo, in aule con i termosifoni rotti, se per tre o quattro giorni si chiude una scuola per consentire agli operai di svolgere i lavori, già programmati, ma che sarà mai?

Sono questi i giorni più freddi dell’anno ed è impensabile stare cinque ore fermi a studiare in aule gelide, con le coperte addosso! Cosa costava firmare un provvedimento temporaneo?

Perché a volte ci si chiude ostinatamente sulle proprie posizioni, facendo pagare ai ragazzi il prezzo delle diversità di vedute?

C’è un problema, bene utilizziamo il potere che la gente ci ha dato per risolverlo, adottando nel frattempo ogni misura necessaria per ridurre i disagi . Sono curioso di sapere questi ragazzi domattina dove verranno piazzati.

E in che modo faranno lezione. Saranno giorni comunque persi, saranno smistati di qua e di là, tanto valeva lasciarli a casa al caldo e recuperare questi cinque giorni a giugno, con serenità. Mah.

Credo che, prima di vestire i panni di autorità istituzionali, bisogna agire secondo la regola del “buon padre di famiglia” . Sfido a trovare un padre di famiglia che sia disposto a mandare domani il proprio figlio al gelo per salvare le apparenze>>.

Domani scuole aperte, ma senza alunni?

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