Impedire a Brasiello di dare una sede decorosa ai circa 400 studenti del polo didattico di Isernia significa chiuderlo. Ciò aprirebbe una prateria alla Neuromed nel campo della formazione delle professioni sanitarie e qualche spazio anche a Unimol.

All’articolo pubblicato dal nostro giornale, in cui ci chiedevamo cosa stesse accadendo ad Isernia, nella problematica, non di poco conto del trasferimento a Pesche della facoltà di Scienze Politiche di Via Mazzini. In una riflessione, ci auguravamo che “Gigi” Brasiello non fosse sceso a compromessi su un presunto accordo tra L’Università la Sapienza di Roma Neuromed/Patriciello per avvantaggiare quest’ultimo ai danni dell’Università del Molise e disporre dell’auditorium quale sede distaccata delle facoltà di medicina. In questo contesto, per diradare parzialmente le nebbie che celano questa vicenda, registriamo l’intervento del Prof. Giovanni Cefalogli docente in Management Sanitario presso la sede distaccata dell’Università La Sapienza di Roma di Isernia. Cefalogli smentisce categoricamente le riflessioni allusive sul presunto inciucio “Brasiello/Patriciello” polo Universitario Neuromed e fa chiarezza sull’argomento affermando:
“Il polo didattico di Isernia della Sapienza è preesistente al Polo Neuromed e alla stessa fondazione dell’Università del Molise. Impedire a Brasiello di dare una sede decorosa ai circa 400 studenti del polo didattico di Isernia significa chiuderlo. Ciò aprirebbe una prateria alla Neuromed nel campo della formazione delle professioni sanitarie e qualche spazio anche a Unimol. Per Isernia sarebbe una iattura, significherebbe perdere circa 350 studenti fuori sede. I poteri forti, da Campobasso a Pozzilli, sono coalizzati contro Isernia. Qualcuno ha ancora rispetto di questa città ed è disponibile a fare una battaglia per difenderla al di là delle appartenenze politiche?”
Poi Cefalogli continua. “Il polo della Sapienza in questione quindi non ha nulla a che fare con il Neuromed.
Il polo didattico di Isernia è costretto in aule anguste e limitate, Avevamo chiesto già in precedenza all’allora sindaco di Isernia Melogli di riservarci uno stabile idoneo ai numerosi studenti. Si era parlato di palazzo Orlando, ma poi non se ne fece più nulla. Oggi – continua Cefalogli – con Brasiello si va concretizzando l’idea, con un investimento esiguo di soli 150 mila euro tra fondi regionali e comunali destinati all’edilizia pubblica, e non distraibili in altri capitoli di spesa, cercheremo di avere a disposizione delle aule più ampie, in uno stabile nuovo quale l’auditorium Unità D’Italia. Ultimamente, abbiamo dovuto rinunciare ad accogliere 63 richieste di trasferimento di studenti da altre sedi della sapienza qui ad Isernia, in quanto non abbiamo spazi sufficienti per ospitarli.
Si consideri – continua Cefalogli – che i 400 studenti che studiano ad Isernia nelle facoltà infermieristica ed Igienistica Dentale, vengono selezionati alla sede centrale della sapienza a Roma e provengono tutti da fuori regione, garantendo l’economia indotta nei fitti degli appartamenti e delle attività cittadine diurne e notturne. Nel corso degli anni – conclude il docente del polo universitario isernino de La Sapienza – sono usciti centinaia di laureati dai numerosi corsi del nostro distaccamento universitario. Vorremmo incrementare e rendere un polo d’eccellenza per la medicina la città di Isernia. Speriamo solo che questo avvenga senza turbative, per il bene della città e della nostra economia.”
Resta comunque in piedi la questione Unimol di Via Mazzini alla quale Brasiello ha promesso e non mantenuto l’impegno assunto con il Rettore ad Agosto. Aveva a disposizione il denaro per il fitto. Come siano spariti i 40mila euro è un mistero. Come all’improvviso siano usciti 150 mila euro per la sapienza anche. Far giungere alla decisione del Senato accademico di traghettare sulla sponda di Pesche la facoltà cittadina è comunque un fatto grave. Il Rettore Palmieri si è reso disponibile a rimodulare l’offerta formativa qualora vi fossero i presupposti e ci auguriamo, a questo punto, che tali presupposti non vadano nella direzione di corsi infermieristici in concorrenza con La sapienza.
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