La posizione del Senato accademico dell’Università del Molise, dalla decisione di ieri di trasferire la sede di Via Mazzini a Pesche entro il 31 gennaio 2015, quindi tra meno di 40 giorni, assume un significato strategico di ultimatum  o di ricatto in piena regola?

Il rettore Gianmaria Palmieri, il Sindaco Luigi Brasiello e il vescovo Camillo Cibotti
Il rettore Gianmaria Palmieri, il Sindaco Luigi Brasiello e il Vescovo Camillo Cibotti

Da un punto di vista strategico, possiamo essere d’accordo, il Rettore Palmieri esige garanzie concrete che il denaro per far fronte al fitto della sede di Isernia ci sia e che si possa mettere nero su bianco un contratto che garantisca l’esigibilità alla curia vescovile, proprietaria dell’immobile. La questione, come ricorderete, fu oggetto di  proclami dell’agosto scorso, in cui il Sindaco evidenziava che tra curia e amministrazione comunale si era giunti ad un accordo per ridurre il fitto dai 90 mila euro ai 50 e il denaro era disponibile, cosa è accaduto nel frattempo, per una questione che doveva essere già risolta?

Si attendeva l’ingresso del nuovo Vescovo e questo è puntualmente avvenuto. Sarà stato sua eccellenza Camillo Cibotti a bloccare la trattativa per motivi che non siamo tenuti a conoscere?

Dal punto di vista dell’ultimatum  ricatto da parte del Senato accademico,  è palese che le sorti dell’economia isernina siano lontane dalle mira dell’Unimol che fa i propri interessi e basta. Quando si parla di territorio, di rivalutazione e crescita attraverso l’Università, abbiamo inteso che non è l’Università ad interessarsi di questo, ma il politico di turno che sfruttando le facoltà può garantire quel minimo di sussistenza all’economia disperata di una città come Isernia.

Siamo giunti quindi al ricatto.

Le conseguenza disastrose per gran parte dei cittadini pentri, e per il commercio, sarebbero visibili da subito. Con il trasferimento di Scienze Politiche a Pesche, molte attività che si reggono con l’indotto studenti sarebbero costrette a chiudere i battenti. Stessa situazione per i proprietari degli immobili che traggono reddito dal fitto degli appartamenti agli studenti. Insomma, si butterebbe benzina sul fuoco della disperazione commerciale che già ha mietuto vittime in città, e continua a farlo con le maggiori aziende fallite e la disoccupazione ai massimi livelli storici.

Ci poniamo nei panni del sindaco Brasiello che ha garantito che il problema si risolverà con il dialogo e le giuste garanzie a Rettore e Senato accademico, non citando nel comunicato volutamente il Vescovo? Speriamo che questo avvenga sarebbe un grave autogoal per la città e gravi responsabilità imputabili al sindaco/presidente e amministrazione comunale. Oltre al rettore Palmieri che dimostrerebbe inequivocabilmente di perseguire solo gli interessi dell’università scollegato volutamente dalle esigenze del territorio.  E il Vescovo?

Reporter One

 

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