La sanità molisana sta per diventare una questione “privata”. Se si esclude il San Timoteo di Termoli ciò che sta per avvenire al Cardarelli di Campobasso, al Veneziale di Isernia e al Ss. Rosario di Venafro punta in un’unica direzione: privatizzare, privatizzare, privatizzare.
Un po’ come per la vicenda Alitalia, la sanità molisana si trova ad avere anch’essa le sue good & bad companies. Le good companies sono, senza dubbio, il reparto di ortopedia e traumatologia di Venafro (indotto stimato 4,7 mln €) e l’oncologia del Cardarelli di Campobasso. Se per Venafro è l’Istituto Neuromed a volersi accaparrare l’eccellenza del Ss. Rosario, per il Cardarelli è ovviamente la Cattolica a premere per portare nel suo grembo tutto ciò che di appetibile c’è nel settore pubblico campobassano.
Così mentre i privati si prendono l’eccellenza, alla sanità pubblica resteranno i debiti e i resti del povero piatto sanitario.
Roma, nella figura del governo Monti, preme verso una fusione tra Cardarelli e Cattolica mentre sul versante della provincia di Isernia è il Neuromed di Patriciello a voler fortemente i reparti del Ss. Rosario.
E nel frattempo Michele Iorio, un tempo padrone della sanità molisana, non può che rimanere alla porta e guardare dal di fuori questa fase di privatizzazione. Di Giacomo e Iorio sanno bene che senza i voti determinanti dei fedelissimi di Patriciello non è più così facile vincere contro il rinnovato centrosinistra. Anche se non di buon grado bisogna lasciarsi andare a qualche concessione.
Quindi ci si avvia verso un futuro che vedrà due grossi poli privati al centro della sanità regionale. E mentre il pubblico appianerà i debiti i privati, come di consueto, faranno la scarpetta nel piatto.