Due iniziative popolari sono all’orizzonte su iniziativa de “I Venafrani per Venafro”, il movimento popolare autonomo della città che si prefigge di far conoscere e divulgare le attrattive socio/ambientali venafrane, proponendo le positività locali. Gli appuntamenti si terranno a cavallo tra fine settembre ed ottobre, sperando ovviamente nel bel tempo. Si andrà prima, secondo i programmi degli ideatori, nella Venafro di epoca romana, ossia ad ovest dell’abitato per ritrovare peculiarità, servizi, strutture e suggestioni dei tempi in cui l’Urbe prediligeva Venafro per la mitezza del clima, l’abbondanza dei prodotti naturali e la presenza di acque termali tanto gradite agli antichi romani.

Nella circostanza, e sperando che la sezione regionale del Ministero ai Beni Ambientali voglia finalmente aprirlo (risultando al momento continuativamente chiuso a doppia mandata !) e renderlo visitabile, si raggiungerà il Teatro Romano con annesse terme di S. Aniello per approfondirne ampiezza, servizi e peculiarità. Quindi si visiteranno i reperti archeologici nel “Campetto di Don Sante” nelle adiacenze della Cattedrale ed altre importanti presenze di epoca.

Sarà cioè l’occasione per mettere a fuoco la rilevanza storica della Venafro del tempo antico, tanto prediletta e scelta dalla società patrizia dell’antica Roma per tutto quanto offriva. A partire dall’olio, vera ricchezza naturale della terra venafrana. Per dire di questo e tant’altro ci sarà una professionista locale, a sua volta appassionata della materia. Il secondo appuntamento si terrà ad ottobre per raggiungere in collina, a nord dell’abitato venafrano, la Montagna Spaccata in località Santa Domenica lungo il tracciato sterrato che sino agli anni ’50 collegava Conca Casale a Venafro prima della realizzazione dell’attuale e comoda strada provinciale.

Partenza, di domenica mattina, dalla Cattedrale, si salirà lungo il Campaglione andando tra i secolari uliveti e dopo un’ora/due di ascesa si raggiungerà il particolarissimo passo della Montagna Spaccata di S. Domenica, quota 700 l/m circa. Attimi panoramici, ristori, riposo, socializzazione e quindi la strada del rientro, dopo aver tanto e molto ammirato. Tra cui il suggestivo mosaico incastonato nella roccia che riproduce una bellissima immagine sacra, realizzazione della fede di tanti.

E nel corso della discesa non si tralascerà l’occasione per ammirare i tanti mini presepi allestiti da anonimi in piccole grotte naturali a lato del tracciato sterrato, anche questo chiaro segno di fede popolare. “Un tuffo” cioè, i due appuntamenti, nella Venafro trascorsa a ritrovare attrattive, suggestioni e bellezze dei tempi andati perché i contemporanei sappiano ed apprezzino.

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