RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Tre aggettivi per descrivere i consiglieri regionali 5 Stelle. Credono di sovvertire le regole base della politica. Fanno alleanze al limite con la maggioranza di governo, magari per isolare una collega di opposizione. Hanno creato una maggioranza alternativa formata dal collega del Pd: Facciolla, in rotta con la Fanelli, e con due politici di maggioranza politicamente inaffidabili (come poi si sono dimostrati): Toma e Pallante. Hanno pensato dall’alto della loro presunzione, di avere la verità assoluta, di conoscere approfonditamente i meccanismi burocratici contabili del Tavolo Tecnico e di governare le dinamiche politiche con la schiena dritta. Non avendo mai governato, e per fortuna aggiungiamo, si lanciano spesso in crociate senza avere cognizioni di causa. Si sentono gli unici portatori di verità e di buon governo. Si illudono, da sprovveduti quali sono, che le affermazioni di principio che fanno dai banchi in consiglio, si tramutino magicamente in atti, in successi politici.
Ne abbiamo sentite, lette e viste di ogni in quel consiglio regionale. Per essere più chiara e oggettiva.
I 5 Stelle nei giorni scorsi hanno chiesto ed ottenuto una seduta di consiglio monotematica sulla sanità. Erano più che mai convinti di fare bella figura e di prendere crediti per le prossime regionali. Hanno preparato una mozione che tra gli altri punti ha visto quello a loro più caro: la sospensione dell’extra budget, vedi Neuromed, la loro ossessione per l’intera legislatura. La mozione ha portato la firma tra gli altri di: Facciolla, Toma, Pallante alfiere e mediatore di Toma nonchè aspirante alla carica di candidato presidente, e di altri esponenti della maggioranza. Sono mancate le firme di Iorio, Cefaratti, Romagnuolo, Micone (loro avevano pronta una loro mozione) e Fanelli (convinta e a buon donde che le mozioni con il governo Toma non vengono prese mai in considerazione. Da qui la decisione di presentare una proposta di legge sull’incompatibilità tra le cariche di presidente e commissario ad acta per il semestre bianco, che ha dato vita a quell’amalgama politica, contro natura, tra Toma, i suoi fedelissimi, Facciolla e i 5 Stelle). Dopo ore di discussione a tarda sera, al momento della votazione della mozione a ricondurre le parti nei propri alvei politici di appartenenza, ci ha pensato Cefaratti. Ha ricordato che la maggioranza non ha mai votato le mozioni contro l’extra budget presentate negli anni dai 5 Stelle e, firmare quella mozione, esattamente come le altre volte, sarebbe stata solo una gran presa in giro. Toma fuori microfono, ma si è sentito distintamente, ha avvallato quanto detto da Cefaratti. L’extra budget da commissario ad acta non avrebbe potuto non liquidarlo. E allora, perchè firmare quella mozione? Sospensione della seduta, 5 Stelle neri. Pallante ha provato a mediare, cercando di unire la mozione dei 5 Stelle con quella proposta da Iorio, Cefaratti, Micone e Romagnuolo. Nulla da fare. Conclusione: i consiglieri di maggioranza hanno ritirato le firme dalla mozione 5 Stelle e hanno presentato, votato e approvano la mozione proposta dei dissidenti. Le ire di Greco post voto però, si sono abbattute tutte sull’ex presidente Iorio e non su chi ha di fatto preso in giro i 5 Stelle: Toma, Pallante e i consiglieri di maggioranza che hanno apposto le loro firme sotto la loro mozione, ben sapendo che non sarebbe mai passata. Nel delirio post approvazione, Greco ha accusato Iorio non di fare un favore a Toma, ma alla maggioranza. Frase incommentabile, frutto di un momento di rabbia, che ha fatto perdere di lucidità al grillino evidentemente. Greco invece di prendersela con chi li ha presi in giro e cioè Toma e Pallante e chi ha firmato la loro mozione, se l’è presa con Iorio. C’è qualcosa che proprio non si riesce a comprendere in queste dinamiche pseudo politiche griline. O forse sì? La sanno breve e non la sanno manco raccontare.
Quando si va per certi mari, certi pesci si trovano.
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