Di Christian Ciarlante

Le parole di un senatore ‘pentastellato’ rilasciate ad un emittente locale (se non ricordiamo male), come vanno interpretate? La sua è stata solo una provocazione, un’idea personale o dietro c’è un piano prestabilito di cui è meglio non parlare? Dunque, in futuro il Molise potrebbe ritrovarsi con un solo ospedale?

Sempre secondo la tesi espressa dal nostro senatore molisano, il fantomatico ospedale non dovrebbe avere sede nè a Campobasso nè a Isernia, ma dovrebbe sorgere in un non precisato luogo che possa servire facilmente tutta l’utenza molisana. Dati i numeri risibili della nostra popolazione, un solo nosocomio pubblico sarebbe in grado di soddisfare le nostre esigenze.

La chiusura dei vari ospedali molisani procede a pieno ritmo: grazie alla carenza di medici, si possono iniziare a chiudere i reparti; grazie al fatto che non si procrea, si può chiudere un punto nascite, come nel caso del San Timoteo di Termoli; grazie al nostro debito ‘monstre’ i tagli sono diventati una necessità. Infine, ma non da ultimo, l’incapacità del governo nazionale, ma soprattutto del Ministro alla Sanità Giulia Grillo, di trovare soluzioni adatte per risolvere l’emergenza che stiamo vivendo.

A questo punto, viene il sospetto che le parole del senatore grillino non siano tanto campate in aria, per cui la sua profezia potrebbe avverarsi in un futuro non troppo lontano. L’opera di smantellamento della sanità pubblica, in favore della privata, è iniziata da tempo, ma i molisani se ne sono infischiati altamente aprendo gli occhi solo a fatto compiuto. Da dire, per dovere di cronaca, che non si sono viste rivolte o proteste eclatanti, al massimo qualche manifestazione a cui hanno partecipato pochissime persone. Nessuno si è stracciato le vesti di fronte a quanto stava accadendo. Nonostante fosse in gioco il nostro diritto alla salute.

Con quello che sta accadendo in queste ultime settimane e, con la paventata chiusura anche dell’ospedale ‘Veneziale’ di Isernia (a cui forse solo gli isernini non credono, ma il rischio è concreto), il countdown è iniziato. Caronte sta traghettando le anime dei molisani attraverso l’Acheronte, il fiume che divide il mondo dei vivi da quello dei morti. Ora, immaginate come sarebbe avere un solo ospedale in una regione dove la rete stradale è simile a quella di un Paese del terzo mondo, dove l’inverno, quando fa il suo mestiere, mette in ginocchio l’intero Molise, pensiamo al fatto che siamo una regione con il 70% di anziani, senza contare che scarseggiano anche le ambulanze. Quanti morti dovremmo contare ogni anno?

Nessuno pretende di avere sei ospedali efficienti e di qualità in un territorio di 300mila anime, ma dover contare su un solo nosocomio ci sembra, francamente, un po’ assurdo. Certo, dopo dodici anni di commissariamento ci si aspettava quanto meno di uscire dal barato, invece, la situazione da grave è diventata emergenziale. Va detto, a onor del vero, che la sanità molisana è stata un grande banchetto dove tutti gli avvoltoi, per anni, hanno spolpato al carcassa lasciando il comparto in una eterna agonia. Chi conosce la storia, sa di cosa stiamo parlando, non occorre fare un ‘refrain’.

Il governatore Toma ha chiesto di abolire i commissariamenti. Il Ministro Grillo ha dichiarato che la proposta del commissario alla sanità Giustini di ricorrere ai medici militari è irrealizzabile. Un caos totale, dove le uniche vittime sacrificali sono i molisani. In attesa di nuovi sviluppi e di cosa ci riserverà il nuovo ‘Patto per la salute’, parafrasando Ennio Flaiano potremmo dire che “la situazione della sanità in Molise è grave ma non è seria”.

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