Grazie alle telecamere installate nella villa comunale di Venafro, sono stati individuati gli autori responsabili del deprecabile atto di vandalismo presso Villa Maria. Le immagini mostrano nitidamente i vandali in azione e il modo in cui è stata distrutta la panchina presente nel polmone verde cittadino.

Sempre grazie alle immagini della ripresa video, si evince, inoltre, il lancio di pietre verso i corpi illuminanti, lo chalet ed altro. L’intento, è chiaramente quello di causare il maggior numero possibile di danni. Il gruppo potrebbe essere composto anche da minorenni. In una sera d’inverno, forse annoiati, i giovinastri, erano in cerca di chissà quale stupido divertimento e non hanno trovato di meglio da fare che rompere un bene appartenente alla collettività.

Un “gioco” idiota, che però, è stato ripreso dalle telecamere, e grazie ad un’attenta osservazione con lo zoom, è possibile vedere chiaramente i loro volti. Il gruppetto di amici, pensava di uscire indenne dal guaio combinato, ma si sbagliava di grosso. Chiunque riconosca i colpevoli, o possa avere un’idea di sulla loro identità, può rivolgersi ai Carabinieri, in particolare a quelli della Stazione di Venafro, in modo che i teppistelli possano assumersi le loro responsabilità.

Ricordiamo che l’Articolo 733 Codice penale punisce: Chiunque distrugge, deteriora o comunque danneggia un monumento o un’altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito, se dal fatto deriva un nocumento al patrimonio archeologico, storico, o artistico nazionale, con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda non inferiore a duemilasessantacinque euro. Può essere ordinata la confisca della cosa deteriorata o comunque danneggiata.

Nel caso specifico va citato anche l’articolo 635 Codice penale che punisce: Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico o del delitto previsto dall’articolo 331, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Alla stessa pena soggiace chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili le seguenti cose altrui: 1. edifici pubblici o destinati a uso pubblico o all’esercizio di un culto, o su cose di interesse storico o artistico ovunque siano ubicate o su immobili compresi nel perimetro dei centri storici ovvero su immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione, di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati, o su altre delle cose indicate nel numero 7 dell’articolo 625; 2. opere destinate all’irrigazione; 3. piantate di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o su boschi, selve o foreste, ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento; 4. attrezzature e impianti sportivi al fine di impedire o interrompere lo svolgimento di manifestazioni sportive. Per i reati di cui al primo e secondo comma, la sospensione condizionale della pena è subordinata all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condannato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato, comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di condanna.

Quello che è accaduto a Villa Maria è intollerabile. Non è possibile che pochi balordi si arroghino il diritto di danneggiare impunemente un parco pubblico che appartiene alla città di Venafro. Grazie ai lavori di riqualificazione a costo zero per la collettività, oggi villa Maria, è diventata un gioiellino che genera invidia. Gli incivili, con il loro comportamento vergognoso, cercano di rendere vano il lavoro di chi vuole che la villa comunale sia un luogo in cui passare del tempo in compagnia della famiglia e degli amici.

Le persone che si macchiano di tali azioni non hanno a cuore i beni collettivi che costituiscono patrimonio di tutti, senza distinzione alcuna. Un’intera comunità, è indignata per i danneggiamenti costanti ad un bene pubblico che puntualmente vengono risistemati e riqualificati da un privato da diversi anni, con enormi sacrifici organizzativi ed economici. Oggi, è compito dell’amministrazione comunale, provvedere al ripristino delle parti di sua esclusiva gestione.

E’ ora di adottare la linea dura contro chi si macchia di simili reati. Riteniamo comunque che sia necessario prendere provvedimenti per evitare che il fenomeno si espanda. Per questo motivo sollecitiamo più controlli da parte delle forze dell’ordine, intensificando la presenza di pattuglie nelle ore notturne.

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