La campagna elettorale è partita da pochi giorni e, subito, sono iniziati gli
“attacchi politici” da parte dei 5 stelle: attacchi, ovviamente, “ad personam” che
nulla hanno a che fare con le necessità dei cittadini molisani e con la
programmazione di cui abbisogna il Molise per essere competitivo anche rispetto
alle altre regioni. Ma d’altonde ci siamo abituati poiché in questi 5 anni non
abbiamo visto nulla di concreto da parte delle opposizioni che si sono (soltanto)
limitate ad urlare nell’aula consiliare e a denunciare all’Autorità Giudiziaria ogni
comportamento posto in essere dalla maggioranza, così ostacolando, di fatto,
qualsiasi iniziativa politica.
Insomma, solo proteste, proteste e proteste senza essere seguite dalla
prospettazione di soluzioni ai problemi che attanagliano il Molise.
La situazione drammatica in cui versa Campobasso (amministrata proprio dai 5
stelle) conferma il dato.
E nel mentre c’è un esodo di persone verso “terre più appetibili”, gli indici di
competitività del Molise sono al ribasso, la sanità rantola, i 5 stelle hanno pensato
bene di allearsi con il Partito Democratico, omettendo di informare i cittadini
molisani che nella lista di quest’ultimo partito sono state candidate 2 persone (di
cui evito di fare il nome) condannate qualche mese fa per il reato di abuso
d’ufficio e che, se elette, decadranno in applicazione della c.d. legge Severino.
Inoltre, hanno, persino, omesso di evidenziare che al Comune di Campobasso gli
esponenti del PD (qualcuno anche candidato alle regionali) siedono sul banco
dell’opposizione al candidato presidente Gravina.
Che dire: un ibrido tutto molisano in cui la coerenza rappresenta un optional.
Ma tanto l’importante è vincere e non programmare e risolvere i problemi.
Io, invece, ho le idde molto chiare: nel caso in cui fossi eletto porterei
all’attenzione del consiglio la necessità di rendere “autonomo” l’ospedale A.
Cardarelli superando, di fatto, lo sbarramento rappresentato dal c.d. decreto
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Balduzzi. Come fare?: l’U.O.C. di neurochirurgia, ormai soppressa da più di 6
anni, dovrà essere ripristinata e si dovrà aprire una cardiochirurgia.
Entrambe dovranno essere unità semplici a valenza dipartimentale (cioè dovranno
operare nell’ambito del dipartimento senza afferire a nessuna unità operativa
complessa). Al servizio di radiodiagnostica si dovrà affiancare quello di
radiologia interventistica, che si dovrà occupare di interventi mininvasivi di
patologia vascolare e vertebrale, previa l’assunzione di soli tre radiologi
interventisti.
Si dovrà, poi, rafforzare la medicina del territorio, onde evitare la congestione
degli ospedali, che dovranno essere solo tre, pur riservando al Cardarelli il ruolo
di ospedale regionale e di DEA di II livello.
Inoltre, si dovranno mettere in rete i vari presidi sanitari (pubblici e privati) con
tutte le ambulanze in modo da rendere immediata, efficace ed effettiva la risposta
sanitaria.
Ecco, iniziamo a parlare di programmi e, soprattutto, di soluzioni (seppur in
pillole) ai problemi dei molisani.
Prof. Avv. Gianfederico Cecanese

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