Provocatorio e non troppo, in linea con il pensiero del Partito Comunista dei lavoratori il comunicato giunto in redazione a firma di Tiziano Di Clemente Coordinatore Regionale del movimento politico, da sempre critico sui possedimenti del Vaticano e della chiesa in generale. Si scaglia contro il vescovado della Diocesi di Isernia Venafro e di riflesso contro il Vescovo Camillo Cibotti, reo di pretendere un fitto esoso per il palazzo in cui insisteva fino a qualche giorno fa la facoltà di Scienze Politiche dell’Unimol in Via Mazzini.

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Questo il testo integrale del comunicato:

“Lo spostamento dell’Università dal centro storico di Isernia ha un impatto negativo sulle prospettive di una sua  rivitalizzazione; è questo, per ora, l’unico dato certo.

I progetti su cui pure v’è l’impegno (scienze infermieristiche e informatica) per sopperire all’attuale vuoto, devono ancora concretizzarsi e dovranno fare i conti con le pretese finanziarie del potente rentier di Isernia, la Curia Vescovile.  Ed infatti qual è la causa “immediata” su cui ruota l’intera vicenda ?   Il fitto di 90 mila euro l’anno che la Curia pretende per il palazzo vescovile.

L’UNIMOL dunque si sposta altrove: perché dare soldi pubblici ad un privato quando si può utilizzare un bene pubblico risparmiando?

Perciò riteniamo di porre su questo una pubblica riflessione sinora mancata: è giusto che la sinergia tra università e rivitalizzazione del centro storico sia ostaggio dalle brame di rendita finanziaria del vescovato di Isernia ?

Se ai politici locali, di destra e di “centrosinistra” , di sicuro va addebitato il sostegno alle politiche centrali dettate dagli usurai multinazionali della Trojca, da cui derivano  anche i tagli assurdi all’istruzione pubblica, d’altro lato il diritto allo studio legato alla rinascita del centro storico, non può essere una variabile dipendente da un rentier ecclesiastico.

Né può negarsi che le giunte di Isernia, di destra o dell’Ulivo e del PD, siano sempre state subalterne agli interessi della locale curia vescovile.

Noi proponiamo di rovesciare il paradigma: così come un tempo si diceva “meno chiese e più case” (parola d’ordine sempre attuale), ad Isernia, nel caso di specie, ben può dirsi “meno palazzi vescovili, più università”.

Il palazzo vescovile di Isernia, se inutilizzato per la collettività, rimarrebbe solo come testimonianza del lusso e delle ricchezze private del clero, accumulate nel tempo sfruttando e frodando le masse contadine, senza parlare dello IOR  e quant’altro nei tempi moderni.

Ciò premesso il PCL di Isernia propone di costituire un comitato di lotta perché la Curia ceda il palazzo vescovile in comodato gratuito per pubblica istruzione universitaria, e perché il Comune destini i 90 mila euro annui per garantire il diritto allo studio ai figli delle famiglie meno agiate.

Di certo, questa sarebbe causa più nobile che quella di arricchire le già crasse gerarchie ecclesiastiche.

Fermo restando il pieno rispetto della libertà di ogni religione, questa proposta immediata ben può legarsi ad una più ampia piattaforma nazionale, che il P.C.L. da sempre propone: l’esproprio senza indennizzo dei lussuosi palazzi e beni ecclesiastici non adibiti a culto, per uso di utilità pubblica.  Il che risponderebbe non solo ad una elementare ed immediata domanda di giustizia sociale, ma sarebbe anche la restituzione del secolare maltolto alla collettività.

Volendo, ciò sarebbe anche la soluzione più vicina allo spirito democratico rivoluzionario del cristianesimo delle origini, e riprenderebbe, in tutta la sua modernità ed attualità, ciò che aveva tentato di fare la Comune di Parigi:

I sacerdoti furono restituiti al tranquillo riposo della vita privata, per vivere delle elemosine dei fedeli, ad imitazione dei loro predecessori, gli apostoli. La totalità degli istituti di istruzione furono aperti gratuitamente al popolo e liberati in pari tempo da ogni ingerenza della Chiesa e dello Stato. Così non solo l’istruzione fu resa accessibile a tutti, ma la scienza stessa fu liberata dalle catene che le erano state imposte dai pregiudizi di classe e dal potere governativo”.

 

28/01/2015                                                                                  IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente

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