di Michelangelo Merisi

E’ impressionante di come una parte politica, nello specifico il progetto isernino vincente legato a Volt – Pd – 5Stelle, dopo appena 100 giorni si stia dimostrando tutto fumo e niente arrosto.

A parte il “no” alla realizzazione di una strada che collega il Molise all’Abruzzo riducendo i tempi di percorrenza attuali (importanza che coinvolge tutta la Regione), il così detto Lotto zero, ad oggi non sono stati in grado di presentare un progetto, che sia uno, alla cittadinanza.

L’inesperienza politica sta già portando sulla cattiva strada burocratica il sindaco di Isernia che, a sentirlo parlare nei corridoi di Palazzo San Francesco, è già più simile ad un burocrate coni suoi “non si può fare” che ad un politico (anche vecchio stampo) che direbbe: “si deve fare”.

In questo marasma di approssimazione e inesperienza politico amministrativa denominato miracolo, fatto di giovani sicuramente volenterosi ma altrettanto presuntuosi da pensare di poter fare tutto da soli nei meandri della giungla burocratica, ecco che arriva la prima crisi politica della fenomenale coalizione. Nell’occhio del ciclone finisce la nomina ad assessore esterno di Leda Ruggiero. Una nomina non fatta ieri o ieri l’altro. Il 28 ottobre, appena dieci giorni dopo la vittoria del ballottaggio, i giornali titolano: “Poker d’assi”, Castrataro nomina la giunta in attesa che il Pd sciolga le riserve su chi deve entrare dei suoi. In quel poker c’er anche il pomo odierno della discordia: Leda Ruggiero. Che fosse una parente dell’avversario Melogli lo sapevano pure le pietre preistoriche di Isernia. Oggi scoppia il casus bellico: è nel direttivo di Azione, il partito di Carlo Calenda. Sui social impazza la polemica però anche su un’altra indiscrezione: qualcuno suppone che l’assessore alle politiche sociali della Giunta dell’era Castrataro si a anche legata ad Aldo Patriciello. E mentre il coordinatore regionale di Azione si dice vicino alla buona politica e quindi all’amministrazione in carica, i 5Stelle minacciano di uscire dalla maggioranza se il sindaco non rimuove la Ruggiero.

Loro, i 5stelle nudi e puri che nel 2013 si sono accordarti con Frattura, uomo di Patriciello. Ricordate quando Patricia Manzo  e Antonio Federico scelsero come loro legale Salvatore Di Pardo (l’avvocato di Frattura e Patriciello) per evitare che si procedesse con il ricorso elettorale che avrebbe invalidato anche le elezioni del 2013? Loro, i nudi e puri, cambiarono residenza e il ricorso decadde per un difetto di notifica.

Ma ricordiamo anche l’esproprio per pubblica utilità del terreno di Antonio Federico, oggi onorevole, avvenuto a sua insaputa che, da vittima inconsapevole, intascò i soldi della Regione Molise per la costruzione della metropolitana leggera in agro di Matrice. In tempi più recenti, poi, lo stesso Movimento ha dato il meglio di sé: prima con la Lega, poi con il Pd, poi ancora con Salvini, Pd, Berlusconi, Renzi… In Regione poi non ne parliamo. L’opposizione penta stellata a Toma è fatta di “siamo soddisfatti della sua risposta”, “ci scusi presidente non vorremo sembrare inopportuni”, abbandoni dell’aula per permettere alle proposte di legge di essere approvate con 7 voti che non sono neppure il minimo legale per far procedere i lavori dell’Assemblea.

Insomma, l’impuntatura dei penta stellati pentri non trova una base solida. Considerato che il portavoce regionale, Andrea Greco, non pare essere in grado neppure di indirizzare il voto della sua famiglia. Ad Agnone si vocifera che la cugina Margherita, nel ruolo di consigliere comunale, alle ultime provinciali abbia dato una grande mano al candidato di Forza Italia (l’agnonese Scarano).

Per di più, se si calcola che alle elezioni comunali il voto a Castrataro è venuto fuori dagli elettori che al proporzionale hanno votato per le liste di Melogli, qualcuno si è posto il dubbio all’epoca che il voto avrebbe potuto essere indirizzato e non del tutto spontaneo e causale, come i giovani amministratori credono così come i bambini credono alla befana?

Sarà anche solo fantapolitica, ma se qualcuno del centrodestra ha chiuso un accordo con Castrataro non lo sapremo mai ma soprattutto non sarà stato fatto a costo zero.

Detto francamente, il prezzo politico di un eventuale assessorato è davvero l’ultimo dei problemi che dovrebbe interessare. Capacità a programmare e capacità di spendere fondi pubblici sono invece gli aspetti più preoccupanti di un “nuovo che avanza” che a livello regionale e nazionale ha già dato prova di saperci solo portare alla rovina.

E pensare che Greco, Patriciello e Fanelli vorrebbero replicare il modello Isernia alla Regione Molise.

Che Dio ci salvi, da Toma e da loro.

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