In Molise le elezioni regionali sono, ormai, alle porte e, per questo, si impongono
alcune considerazioni preminenti.
Gli scarsi risultati collegati all’evidente incapacità politica di chi da anni (da un
decennio) guida l’ente Regione, impongono, oggi più che mai, scelte mirate da
parte dell’elettorato molisano.
Infatti c’è bisogno di persone nuove e, soprattutto, competenti che sostituiscano
il deprimente scenario politico lasciato dal “modello Toma” (dirigenti ed
esecutivo) che si è caratterizzato per l’assenza di risultati positivi: agricoltura,
turismo, lavoro, infrastrutture, trasporti e sanità sono ambiti in cui i risultati non
si sono visti.
Anzi, se ne parla soltanto in termini negativi.
Una situazione che ha portato la regione ai margini dello stesso Mezzogiorno
aumentando quelle diseguaglianze sociali che stanno mettendo in difficoltà il
tessuto economico.
La prossima tornata elettorale, così, potrebbe essere anche l’ultima per una regione
che continua a perdere giovani e a conoscere un’emorragia senza fine in termini
di spopolamento.
Dinanzi a questo desolante quadro, i cittadini sono sempre più insoddisfatti e la
dimostrazione di ciò si è palesata anche nel sondaggio condotto da Euromedia
Research che ha fatto segnare il 75% di insoddisfatti del sistema di governo Toma.
Anche per questo i cittadini si allontanano dalla politica e disertano, in numero
sempre più massiccio, le urne poiché sempre più sfiduciati dinanzi a una politica
incapace di fare qualcosa, incidere, cambiare corso, conseguire qualche risultato.
Il sistema di governo Toma ha fatto perdere la fiducia e il cittadino non spera in
nessuno, non ha nessuna aspettativa.
Un aggravante in questi ultimi giorni, poi, è costituita dalla notifica degli avvisi
di concluse indagini, da parte della Procura della Repubblica di Campobasso, nei
confronti del presidente della Giunta e di tutti gli assessori. Questa situazione
impone ai partiti della coalizione di centrodestra di riassumere a sé le questioni
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aperte e le relative scelte per la prossima “occasione elettorale” poiché, qualora
dovessero seguire eventuali condanne ci si troverebbe a dover sospendere gli
eventuali eletti con grave nocumento del voto democraticamente espresso che, di
fatto, verrebbe completamente stravolto.
Ecco perchè sarebbe auspicabile una decisione dei vertici romani a valutare
anticipatamente quanto è stato registrato ed avere il coraggio di fare una “sana
pulizia politica”.
Una classe politica, quella uscente, che è stata capace di cancellare in corso di
legislatura e con un “tocco di penna” la legge sulla surroga che consentiva la
possibilità di fare entrare in consiglio i primi non eletti al posto dei consiglieri
nominati assessore.
Una legge cambiata in corso d’opera che ha, di fatto, estromesso dal consiglio
regionale quattro consiglieri supplenti.
Tale comportamento, oggi, rende difficoltosa la possibilità di comporre le liste
elettorali perché coloro che vogliono candidarsi, si vedono “ostacolati” nella corsa
da chi ha già un pacchetto di voti e, per questo, corrono il rischio concreto di
essere considerati inutili portatori di acqua a favore dei cosiddetti big della politica
nostrana.
Come se non bastasse, questa stessa classe politica ha, inoltre, approvato la nuova
legge elettorale che prevede per le liste lo sbarramento al 5% per ottenere un
quoziente: ciò significa raggiungere 7/8mila voti per eleggere un solo consigliere.
Uno sbarramento questo che mette in seria difficoltà coloro i quali avrebbero
interesse a scendere in campo e presentarsi all’elettorato.
Si tratta di un ulteriore vulnus per la democrazia e la stessa partecipazione dei
cittadini alla vita politica regionale.
Eppure, nonostante ciò, questa classe politica ha continuato a preferire la strada
della comodità e di una rendita di posizione, incapace di rimettersi in gioco o
rischiare per fare davvero qualcosa di significativo per il nostro Molise.
Prof. Avv. Gianfederico Cecanese

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