di Pietro Tonti

Il territorio molisano rischia di diventare una gruviera per le istanze di permesso di ricerca in terra ferma richieste dalla Rockhopper Italia al Ministero per lo Sviluppo Economico. L’iter avviato il 31 agosto 2007 con la pubblicazione nel BUIG BUIG LI-8 (come si evince dal sito del Mise) è in  corso di valutazione ambientale, dalla richiesta di presentazione della VIA avvenuta in data 11 aprile 2013.    ditoriale big 1

L’istanza dal nome “Agnone” interessa, oltre a numerosi comuni abruzzesi anche 21 comuni del Molise, 14 ricadenti in provincia di Isernia e 7 in provincia di Campobasso:

Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli,  Castelverrino, Chiauci, Civitanova del Sannio, Duronia, Fossalto,  Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Pietracupa, Poggio Sannita,  Roccavivara, Salcito, San Biase, Sant’Angelo del Pesco, Trivento, Vastogirardi,

Altra istanza denominata San Buono sempre richiesta da Rockhopper Italia interessa oltre ai comuni abruzzesi, altri 27 comuni molisani ricadenti tutti in provincia di Campobasso:

Acquaviva Collecroce, Casacalenda, Castelbottaccio, Castellino del Biferno, Castelmauro, Civitacampomarano, Fossalto, Guardialfiera, Limosano, Lucito, Lupara, Mafalda, Montagano, Montefalcone nel Sannio, Montenero di Bisaccia, Morrone del Sannio, Palata, Petrella Tifernina, Provvidenti, Roccavivara, Salcito, San Biase, San Felice del Molise, Sant’Angelo Limosano, Tavenna, Trivento, Tufillo.

Per questa istanza di concessione l’iter è molto più avanzato in quanto è in Fase decisoria dal decreto VIA alla conferenza dei servizi e all’emanazione del decreto di conferimento (MSE).

In questo caso la richiesta è stata avviata in data 31 agosto 2007. I comuni di Trivento, San Biase, Roccavivara e Salcito sono interessati da tutte e due le istanze di richiesta di ricerca in terra ferma. Quindi sono in totale 44 i comuni molisani su cui la multinazionale che fa capo in Italia a Confindustria ha deciso di perforare i nostri territori alla ricerca di idrocarburi, con delle richieste oramai in fase finale di autorizzazione che avverrà tra pochi mesi o tra pochi anni se nessuno interverrà per comprendere come e quando la Rockhopper Italia intenda operare con le trivellazioni, se sfrutterà le risorse metanifere, o se perforerà alla ricerca di risorse petrolifere.

Se, e quanto incideranno le perforazioni, e con quale tecnologia su un territorio a rischio sismico rosso. Insomma tante perplessità che conducono quasi inesorabilmente a far diventare la nostra regione una gruviera. Poi vi è l’aspetto economico di un territorio in cui si predica lo sviluppo turistico e la valorizzazione delle risorse e d’altro canto non si arrestano i tentativi di sfruttamento di risorse invasive. Oltre all’eolico selvaggio ecco le concessioni alle perforazioni.

Bisognerà comprendere, quindi, se sia possibile la convivenza tra una politica economica basata sugli idrocarburi e un’economia basata sulla valorizzazione del territorio.

La preoccupazione legittima è nella bassa reattività del popolo molisano davanti a problemi di svendita del territorio. L’eolico ha vinto la sua battaglia, forse la vincerà anche la Rockhopper, poi giungeranno, come già in previsione dal Governo i siti di custodia di materiale radioattivo, ed ecco che l’idea di una regione custode della spazzatura d’Italia è realizzata. Prima che sia troppo tardi bisogna darsi una scossa, fare il possibile per arginare ogni sfruttamento del nostro territorio che non sia a vocazione ambientale e a tutela delle nostre risorse.

Articolo precedenteIl parroco e la quattordicenne. Una sentenza del tribunale di Larino scatena il web
Articolo successivoMaltempo Puglia, nubifragio su Foggia e provincia: allagamenti, esonda il fiume Candelaro, squadre di Vigili del Fuoco in partenza da Campobasso e Isernia