di Tonino Atella
“Gli oleandri lungo la statale 85 Venafrana, cresciuti a dismisura ed alti diversi metri dinanzi alla Basilica di San Nicandro, “nascondono“ alla vista il luogo di culto caro a tutti noi, per cui occorre potarli. Così come vanno urgentemente restaurate l’edicola votiva in piazza Cimorelli, uno dei “Quadri” storici della fede popolare, e la lunetta sul portone d’ingresso della Basilica del Santo Patrono, entrambe corrose e rovinate dal tempo e dagli agenti atmosferici”. Sono alcune delle giuste osservazioni di numerosi venafrani, approssimandosi le festività patronali di metà giugno, appuntamento a cui in città si tiene molto e che la collettività venafrana si appresta a celebrare con la storica e tradizionale fede e partecipazione popolare. Proprio in ragione di tale diffuso sentimento, la città puntualmente cerca di fare le cose al meglio per onorare e celebrare coloro che 1.719 anni orsono si sacrificarono per la definitiva affermazione della nuova idea cristiana nell’importante provincia di Venafro, vale a dire i Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria. Dal che il trittico festivo patronale puntualmente di grosso richiamo popolare e collettività che indossa “l’abito della festa”, ossia fa le cose al meglio perché la ricorrenza sia celebrata e festeggiata nella maniera dovuta e più conveniente.
Dal che, si diceva, le osservazioni di tanti perché tutto funzioni al meglio e sia al massimo dell’efficienza. “Qualcosa va migliorata -è l’opinione corrente- nell’interesse generale della città e per onorare in maniera degna i Santi Martiri. Si prendano gli oleandri lungo la statale 85 Venafrana, dinanzi alla Basilica del Santo Patrono. Hanno raggiunto i quattro/cinque metri di altezza ed attualmente coprono del tutto alla vista la Basilica di San Nicandro. Certo, il verde è bello, ma quando è eccessivo, non va bene. Occorre l’immediato intervento di potatura per restituire la piena visibilità al luogo di culto. Ne guadagneranno l’intero sito religioso francescano e la predetta Basilica, luogo di culto caro ai venafrani”. Le osservazioni della gente comune si spostano quindi sul “Quadro”, l’edicola votiva di piazza Cimorelli al rione Mercato riproducente i venerati Santi Martiri, e sulla lunetta sopra l’ingresso principale della Basilica del Patrono che a sua volta “racconta” la triade Nicandro, Marciano e Daria. “In entrambi i casi -è parere diffuso tra i venafrani- è urgente intervenire per restaurare gli affreschi sacri. La lunetta sull’ingresso della Basilica è vistosamente corrosa dal tempo e dagli agenti atmosferici. Le figure sacre, i dipinti e i colori risultano in buona parte “rovinati”, addirittura cancellati e spariti ! Situazione analoga all’edicola di piazza Cimorelli, “Il Quadro” votivo del rione Mercato ai piedi della casa municipale, risalente ai primi decenni del ‘900 e restaurato decenni addietro dall’artista venafrano Peppino de Marco, appena scomparso. Anche in questo caso gli agenti atmosferici hanno cancellato e rovinato tantissimo.
Attualmente infatti “Il Quadro” del Mercato ha perso tanto dell’originale attrattiva che aveva, per cui va restaurato al più presto per ritrovare la bellezza e l’attrattiva smarrite. Anche così cioè ritrovando certe suggestioni smarrite, pensiamo, si onorano al meglio e in maniera degna i nostri Santi Martiri, immolatisi per dare a noi tutti ere e certezze diverse. E noi del terzo millennio abbiamo il dovere di adoperarci per onorarli al massimo, anche rinnovando i dipinti che li ricordano”.