E’ arrivata poco prima delle 18 la notizia che tanto attendevano 14 dipendenti della Protezione Civile. Il Consiglio di Stato ha respinto la tesi della Regione Molise che non voleva procedere alla stabilizzazione di quanto erano entrati Centro funzionale con pubblico concorso.

Insomma 14 dipendenti precari dopo 17 anni di lavoro rischiavano di restare disoccupati perchè la Regione guidata da Toma si rifiuta, supportato dal dirigente al personale della Regione Molise Claudio Iocca, di applicare il decreto Madia.

La storia inizia quando la Giunta Toma, con delibera numero 447 del 2018, decide di pubblicare l’avviso pubblico per l’assunzione di 14 unità di personale con contratto di lavoro subordinato, a tempo pieno e indeterminato, per le attività del Centro Funzionale di Protezione Civile invece di stabilizzare il personale precario che già faceva parte dei lavoratori nel settore avendo partecipato al concorso messo in campo dalla Giunta Iorio nel 2003.

Da qui anche uno dei motivi dello scontro politico nella maggioranza con l’ex presidente della Regione che lamentava una le scelte del governo Toma accusato di mettere in campo una epurazione politica che seguiva la linea già dettata dal governo Frattura dei 5 anni precedenti e chiedeva, al contempo, il rispetto delle leggi e l’applicazione del decreto Madia.

A far luce su questa vicenda ci ha pensato lo studio legale Iacovino che a giugno 2020 ottiene la prima vittoria al Tar Molise che dichiara: “I motivi addotti dall’Amministrazione regionale per escludere il ricorso alla stabilizzazione sono di fatto insussistenti”.

La Regione però no ci sta a soccombere e decide di impugnare la sentenza del Tar al Consiglio di Stato chiedendo di sospenderne gli effetti.

Oggi il Consiglio di Stato fa definitivamente chiarezza. “C’è massima soddisfazione – dichiarano i legali Iacovino e Fiorini- perché il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta di sospensiva. Auspichiamo ora che si apra la strada alla stabilizzazione dei precari, come avviene in ogni regione d’Italia”.

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