di Michelangelo Merisi

Lo ha deciso la Sezione di Controllo della Corte dei Conti del Molise: l’assessora al Lavoro e alle Politiche sociali Filomena Calenda, è stata condannata a restituire alla Regione Molise l’importo di euro 14.596,60. Le motivazioni sono contenute nella Delibera numero 23 della Sezione di Controllo pubblicata il 20 aprile 2021.

Secondo la Corte dei Conti l’assessora, che è anche responsabile per le spese del Gruppo Misto a cui si è iscritta nel 2020 dopo essere stata cacciata dalla Lega, non avrebbe rendicontato una serie di spese per l’anno 2020 per l’importo complessivo di circa 15 mila euro.

La notizia è passata alla ribalta mediatica per un intervento in aula di questa mattina quando proprio Mena Calenda ha chiesto al Consiglio regionale (con l’avallo del presidente Toma e dell’assessore Quintino Pallante) di intervenire per il recupero di quelle somme addossando la responsabilità all’ex consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, ossia l’ex capogruppo del Gruppo misto fino ad aprile 2020. A spalleggiare la Calenda c’era anche il capogruppo dei 5stelle Andrea Greco chiedendo una commissione d’inchiesta per approfondire la questione. A far ragionare i consiglieri pare siano stati il presidente del Consiglio Salvatore Micone e il consigliere Facciolla spiegando ai politicamente ignoranti Calenda-Greco-Toma-Pallante che il Consiglio non ha alcuna possibilità di intervento sui gruppi regionali in quanto sono associazioni private.

Ma cosa è accaduto?

Che l’assessora Mena Calenda, una volta divenuta capogruppo del Gruppo Misto non ha rendicontato alla Corte dei Conti le spese del periodo del 2020 in cui Scarabeo era capogruppo (gennaio-aprile). Credendo, forse, di creare un danno all’ex consigliere con cui pare nel frattempo fosse entrata in frizione in quanto la Calenda pretendeva il licenziamento, attraverso volontarie dimissioni, delle persone assunte dallo stesso Scarabeo tra gennaio e febbraio e fino al dicembre 2020. Assunzioni fatte dallo Scarabeo ignaro che poi, ad aprile dello stesso anno, i suoi colleghi di maggioranza avrebbero proceduto, su suggerimento di Quintino Pallante e con l’appoggio dei 5stelle, alla modifica della legge elettorale e alla cacciata immediata dei consiglieri supplenti tra cui lo stesso Scarabeo.

Questa diatriba, che va avanti dalla 2020, è stata seguita dalla stessa Corte dei Conti a cui Massimiliano Scarabeo avrebbe comunicato tutte le rendicontazioni, per conoscenza. Documentazione che invece ufficialmente avrebbe dovuto inviare la Calenda e che alla Sezione di Controllo non è mai arrivata. Inoltre sempre Scarabeo avrebbe provveduto, per tempo, anche alla restituzione degli acquisti effettuati negli anni precedenti con i fondi del Gruppo Misto. Tali beni –  secondo la documentazione trasmessa sia al presidente del Consiglio regionale che alla Corte dei Conti – sarebbero stati restituiti proprio a Filomena Calenda nello stesso periodo, si dice, in cui la stessa metteva in vendita su facebook la vecchia libreria del figlio alla cifra di 60 euro. Lei che guadagna 12mila euro al mese mette in vendita una vecchia libreria per 60 euro invece di regalarla.

Ad ogni buon conto, una volta ricevuta tutta la documentazione dall’ex consigliere Scarabeo, la Calenda pare abbia ben pensato di non trasmetterla alla Corte dei Conti non sapendo, probabilmente, che la responsabilità per la mancata rendicontazione sarebbe stata imputata, dalla legge, a lei stessa.

Ecco dunque arrivare la punizione ex lege: Mena Calenda, assessore al lavoro e alle politiche sociali della Regione Molise, dovrà restituire alla Regione Molise l’importo di 15mila euro. Anzi, vi sarebbe di più. Quando lo scorso marzo/aprile la Calenda venne a conoscenza della deliberazione della sezione di Controllo della Corte dei Conti, si racconta che chiamò gli assunti da Scarabeo nell’anno 2020 dicendo loro che per via della decisione della giustizia contabile dovevano essere loro stessi, cioè i lavoratori, a restituire al Gruppo Misto le somme percepite per il lavoro svolto.

Oggi la Calenda oltre a ricoprire la carica di assessora regionale è anche candidata alle comunali di Isernia nella lista dell’UDC collegata al candidato sindaco di Toma/Patriciello/Niro: Gabriele Melogli. Mentre Massimiliano Scarabeo, tirato per la giacchetta nonostante la sua assenza dal Consiglio regionale, non ha smesso di fare politica e con il partito di Giorgia Meloni sostiene il principale competitor del gruppo regionale: Cosmo Tedeschi.

Sorge spontanea una domanda: da aprile ad oggi sono passati 5 mesi. Come mai Mena Calenda, con il supporto di Toma, Pallante, Greco sollevano ingannevolmente la storia della restituzione dei 15mila euro proprio adesso?

 

 

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