I recenti dati rilasciati da Unioncamere e Infocamere hanno delineato un vero e proprio de profundis per il tessuto imprenditoriale molisano, nonostante i continui spot lanciati dal governo regionale su una ripresa oramai alle porte e su una crescita dell’imprenditoria molisana.

I rilievi del primo trimestre 2017 invece smentiscono tutto quanto: 576 nuove imprese avviate, in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2016 quando se ne registrarono 744 (quindi un calo di 168 unità), inoltre il tessuto imprenditoriale molisano si è ridotto di 256 unità con un tasso di crescita negativo del -0,73%, in netto peggioramento rispetto a quello del primo trimestre 2016 (quando il tasso fu del -0,26). Un saldo negativo che pone il Molise al penultimo posto in Italia, superato solamente dalla Valle d’Aosta (-2,32%).

Ancora più negativo è il dato riguardante le imprese molisane under 35, e questo certamente contribuisce alla difficoltà di disegnare un futuro di prospettiva per la nostra regione, stante anche la carenza di strumenti messi in campo dall’attuale Governo regionale, salvo gli ultimi interventi dedicati ai giovani sul PSR 2014-2020, che hanno ripreso di fatto la buona prassi verificatasi in sede di svolgimento del PSR 2007-2013 relativamente alla misura del primo insediamento.

Ricordiamo infatti come la misura 112 negli anni di attivazione della precedente programmazione, con il meccanismo “stop and go”, ha portato a raccogliere circa 310 domande di aiuto da parte di giovani, di cui 160 hanno attivato, sulle diverse misure che costituivano il Pacchetto Giovani, una spesa pubblica complessiva pari a circa 20 milioni di euro.

Tornando all’attualità e alla problematica delle imprese giovanili, si è riscontrato come in Molise, nel primo trimestre del 2017, su un totale di 3.551 imprese giovanili censite, le nuove imprese giovanili registrate sono state 179, in netta diminuzione rispetto alle 271 di un anno fa. Questi dati restituiscono un tasso di crescita pari a +1,87%, ossia il peggiore dell’intero panorama nazionale, e non può di certo consolare l’incidenza del 10,1% sul totale delle imprese registrate che pone il Molise al sesto posto, comunque in discesa rispetto all’anno precedente.

Dati che, certamente, destano preoccupazione e sarebbero stati maggiormente negativi se l’attuale Governo non avesse trovato in eredità dal passato strumenti importanti quali il Piano Integrato “Giovani Molise 2011-2013” con uno stanziamento di 5 milioni di euro a carico del Fondo Sociale per l’Occupazione e Formazione e il “Pacchetto Giovani” finanziato con € 5.533.317,14 con il quale, tra le altre cose, è stato possibile bandire la IVª annualità di Giovani al lavoro, un intervento che nel passato aveva permesso l’avvio di 164 imprese, con 280 giovani iniziati al mondo del lavoro, e un esborso complessivo di risorse pari ad euro 5.280.000,00.

Senza dimenticare che sempre dal passato derivano anche i contributi per le start up e gli strumenti finanziari in dote alla Finmolise. In questo contesto, allora, cosa ha fatto il Governo Frattura oltre a riprogrammare ciò che già era stato messo in campo? Perché non sono stati progettati ex novo gli strumenti necessari per favorire la ripresa decisa del sistema produttivo, senza crogiolarsi per percentuali decimali di crescita ben lontane dalla realtà di tutti i giorni, dalle difficoltà in cui si devono imbattere quotidianamente migliaia di imprese per cercare di arrivare a fine mese?

Perché si sta procedendo a rilento con la programmazione europea 2014-2020? Quando questi bandi, finalmente, verranno pubblicati ci saranno ancora imprese in grado di attingere a questi fondi, e soprattutto ci saranno ancora i tempi tecnici per svolgere le procedure? Perché nel Patto per il Molise, oltre ai bonus fiscali derivanti dall’Area di Crisi, non sono stati previsti strumenti a sostegno dell’imprenditoria, e in particolare a quella giovanile e femminile come fatto dalla Calabria (30 milioni di euro) o dall’Abruzzo (circa 9 milioni di euro)?

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