Il governatore – commissario Michele Iorio, nella sua lunga ed appassionata autodifesa  a margine dell’ennesimo problema giudiziario che gli si para davanti – ha preferito scansare le accuse e attaccare l’onorevole Antonio Di Pietro, allora ministro alle Infrastrutture.

Nulla di nuovo sotto il sole. Il solito schema buono per tutte le stagioni e per tutti i grattacapi che adesso assediano il presidente disarcionato dal suo trono dalla sentenza di annullamento delle elezioni.

La migliore difesa è l’attacco,  del resto, e oggi – più che mai –  al governatore la consueta strategia potrà sembrare sia in termini di immagine politica – sbiadita e inconsistente persino agli occhi dei suoi uomini più fidati – che di tornaconto elettorale.

Dieci anni di gestione monocratica per tutto quanto attiene la ricostruzione – ancora ferma al 35% così come attestato proprio dalla maggioranza di governo nell’odg votato dall’aula a margine dei provvedimenti del governo Monti relativi al sisma che colpì il Molise nel 2002 – non hanno impedito al presidente-commissario di accusare chi – allora – ebbe a cuore le sorti della propria terra. Chi allora e oggi si spende quotidianamente perché la nostra terra abbia un futuro degno e non sia più solo fertile terreno di conquista di potere.

Confondere le acque per cercare di trovare una via di fuga ormai improbabile è francamente atteggiamento poco responsabile e affatto congruo al suo status.

Chi ha gestito in maniera diretta la lunga fase dell’emergenza? Chi ha deciso dove intervenire e con quali mezzi? Chi ha scelto – a fronte dell’urgenza delle decisioni – imprese e aziende da coinvolgere?

La risposta è sempre la stessa: il presidente-commissario Michele Iorio, e non di certo l’allora ministro Di Pietro,  ha gestito per dieci lunghi anni, in totale autonomia decisionale, l’intera questione. E oggi, in spregio alle vite sospese delle centinaia di persone che vivono ancora nell’emergenza, tenta la via di fuga addossando ad altri le responsabilità che sono – è evidente – solo sue.

Le inchieste giudiziarie e contabili aperte a carico del presidente-commissario e dell’allora capo della Protezione Civile Guido Bertolaso chiudono un lungo capitolo nel quale, con pieni poteri, Iorio ha deciso ogni aspetto relativo alla ricostruzione post sisma.

Ma il tanto decantato modello Molise ha mostrato il suo fallimento ben prima delle inchieste giudiziarie e degli avvisi di garanzia. Un modello fallimentare che ha un solo nome, Michele Iorio.

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