Hanno presidiato il piazzale del Consiglio regionale per quasi un anno e fino alla sfinimento. La loro richiesta era quella di vedere riconosciuti i loro diritti da parte dell’ente che, per legge, doveva tutelarli reinserendoli nel sistema lavoro.

Sono i 39 lavoratori della Formazione Professionale. Con un’età di poco inferiore ai 60 anni, sono troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per essere ricollocati nel mondo del lavoro. La Giunta regionale del Molise in epoca Frattura aveva destinato loro 1 milione di euro per la prosecuzione dell’attività di orientamento ma dal 25 giugno 2018 non c’è stato il rinnovo della convenzione con la Regione Molise. Gli incontri con i vari componenti dell’esecutivo si sono susseguiti nel tempo ma non hanno portato a nulla di fatto. Se non alla presentazione di una proposta di legge avanzata dal consigliere Michele Iorio che a marzo 2019 approda nella Seconda Commissione presieduta dallo stesso Iorio e composta dai consiglieri Scarabeo, Aida Romagnuolo, Facciolla e Nola.

Una proposta di legge a cui la Giunta regionale pare abbia risposto con la pubblicizzazione di bandi come quelli dal costo di 4,5 milioni di euro vantati dall’assessore Di Baggio. Nel mentre, nella commissione consiliare preposta, si cercava la copertura finanziaria per mettere in sicurezza 40 madri e padri di famiglia. Copertura che si individua nel POR – Fondo Sociale Europeo, asse 6 e asse 8 (Occupazione e formazione). Ma il cammino snello si inceppa con il niet che arriva ad agosto, a ridosso delle ferie, dell’ingegner Mogavero, direttore del I Dipartimento e autorità di gestione del Por, che comunica al presidente della Seconda Commissione una nota istruttoria a firma del dottor Pavone e condivisa dalla Mogavero con cui si dichiara: “Il Por Molise 2014 – 2020 allo stato non consente di poter finanziare le azioni di orientamento…” non perché non ci sono fondi a copertura della legge per i 40 lavoratori, ma perché “la Regione Molise non ha inserito l’Orientamento nei servizi affidati al Por”. Ed ancora: “A ciò si aggiunge la fondata perplessità che una legge che stabilisce oneri fissi e ripetitivi possa essere finanziata con fondi SIE…”.

Saranno balzati sulla sedia i consiglieri regionali che si sono visti dettare la linea da un dirigente?

Da qui la reazione: la commissione approva la proposta di legge e, invece di attendere la normale procedura di arrivo in Consiglio regionale, viene presentata all’improvviso dal relatore Scarabeo ieri in aula. “Iscrizione e immediata discussione” chiede il neo consigliere di Giorgia Meloni. Consapevole che la linea seguita e appoggiata anche dallo stesso Iorio e dalla collega di maggioranza Aida Romagnuolo ha la maggioranza di 11 voti vista la posizione favorevole anche del Pd e dei 5stelle.

Da componente della maggioranza e avendo come obiettivo l’approvazione di una legge che dia risposte a 40 lavoratori, Scarabeo chiede alla sua maggioranza di discutere la questione.

Scaltro il governatore che in questa occasione invece di andare allo scontro (che avrebbe visto soccombere i numeri di un no immotivato alla proposta di legge) ha scelto la via della mediazione: trovare una copertura alla legge.

Di sicuro il presidente della Regione Molise si trova a dover dirimere una controversia non di poco conto tra il suo braccio destro Mogavero e la sua maggioranza politica. Una controversia che ha come risultato la salvaguardia del futuro di 40 famiglie a cui, incomprensibilmente, un dirigente sta cercando di opporsi nonostante la volontà politica di una classe di governo. Se si riuscirà a trovare una soluzione, per la prima volta tutti otterranno una vittoria. E per la prima volta la vittoria principale sarà per i cittadini coinvolti.

Comprensibile la reazione delle opposizioni che si sono visti sfuggire la possibilità di uno scontro diretto con il presidente della Regione avendo i numeri per uscirne vincenti.

Ma siamo certi che anche per loro, dare risposte ai cittadini ha la supremazia rispetto a una questione di numeri.

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