“Tanto tuonò che piovve !”. Cita il rinomato proverbio risalente, si vuole, addirittura a Socrate, filosofo dell’antichità che lo avrebbe pronunciato all’indirizzo della moglie dopo l’ennesima presa di posizione a lui contraria da parte della donna. Questo organo d’informazione prende a prestito la storica espressione filosofica per alludere alla presa di posizione del Comune di Venafro, la cui giunta ha deciso di ricorrere al Tar Molise nei confronti dell’Asrem perché finalmente si rilanci il SS Rosario, l’ospedale cittadino, abbondantemente declassato e di fatto privato di tutto nonostante che le sentenze giudiziarie dei mesi addietro avessero sancito il ripristino di determinati servizi sanitari essenziali, in primis la sanità dell’emergenza, prima esistenti nel nosocomio venafrano e successivamente soppressi sotto l’incalzare della mannaia politica nazionale e regionale in ambito sanitario. Sentenze che avevano illuso i molisani residenti nel mandamento del Venafrano, qualcosa come 40mila cittadini, che speravano appunto nel rilancio funzionale della struttura ospedaliera del Molise dell’ovest, a partire dalla ricostituzione della sanità dell’emergenza ma anche di tant’altro come sale chirurgiche, pronto soccorso ect. di cui il territorio ha assoluto bisogno.
In effetti l’opinione pubblica del mandamento Venafrano continua a non condividere il declassamento del SS Rosario e non perde occasione per esternare la propria contrarietà per il sostanziale svuotamento del nosocomio venafrano, passato da efficientissimo ed assai richiesto Ospedale Civile di Zona ad … Ospedale di Comunità (!?!), senza reparti, privo di sale chirurgiche, senza Pronto Soccorso sostituto da una semi/inservibile e pochissimo utilizzata Unità di Primo Intervento, con la sola Fisiatria e l’UDI (Unità Infermieristica) funzionanti e, dulcis in fundo, nemmeno con la possibilità di nascervi all’interno e tornare a sentirvi i vagiti dei neonati, una volta soppressi i servizi necessari a tale scopo. In effetti alla luce di tanto dissenso popolare finalmente la giunta del Comune di Venafro ha deciso di scendere in campo, ricorrendo al Tar Molise contro l’Asrem perché si ripristini quanto l’autorità giudiziaria da mesi ha sentenziato in merito alla “Questione SS Rosario”, al fine di garantire le prestazioni medico/sanitarie essenziali ad una comunità residente tanto numerosa. Si chiede cioè che si dia corso alle sentenze, riaprendo e rilanciando quanto riconosciuto come irrinunciabile per la salvaguardia della salute di tutti, ossia i diritti minimi. Perciò l’iniziale “Tanto tuonò che piovve” ! Nella circostanza il tuono è rappresentato dal dissenso popolare unanime per la mannaia politica abbattutasi impietosa sul “povero” SS Rosario in danno dei molisani dell’ovest, mentre la pioggia altro non é se non la decisione dell’esecutivo municipale venafrano finalmente determinatosi a scendere in campo a tutela dei diritti degli amministrati. Sarà interessante seguire