
Per il Molise erano presenti esponenti del Comitato spontaneo agricolo “Uniti per non morire”.
“Gli agricoltori non ce la fanno perché per produrre cibi sani spendono piu’ di quello che guadagnano – ha sottolineato De Bonis – ma i prodotti agricoli valgono sempre meno, mentre i consumatori pagano il cibo a caro prezzo. Di fronte a questo scenario il governo non puo’ opprimerci di tasse e chi si straccia le vesti per il ruolo politico che assumono i lavoratori, dovrebbe ripensare alla propria azione. Legittimare lo scippo subito dagli agricoltori, che sì impoveriscono, a favore delle industrie e della grande distribuzione, le uniche che ci guadagnano, e’ inaccettabile per la società italiana”.
E’ arrivato il momento di richiamare l’ attenzione. “L’ allarme che abbiamo lanciato a Roma di fronte a migliaia di consumatori inconsapevoli – prosegue il coordinatore – supera i confini corporativi ed investe altre sfere comuni: la salute, l’ ambiente, il paesaggio, il presidio del territorio, oggi sempre piu’ compromessi come il lavoro”.
La questione ormai assume rilevanza di carattere generale. Il comparto agricolo e’ strategico ma alcuni aspetti sono sottovalutati. Ad esempio, si pensi all’ impatto di un’ alimentazione contaminata, derivante da certe importazioni, sui bilanci sanitari dello Stato!
Gli industriali trovano convenienza ad approviggionarsi di materie prime straniere, spesso di scarsa qualità, spacciate per made in Italy e chi ci rimette sono i consumatori che, disinformati, vedono aumentare patologie e intolleranze. Oltre allo Stato che invece di proteggere un’ agricoltura sana e forte, come fanno altri paesi europei, favorisce così le multinazionali farmaceutiche e alimentari, a danno dei bilanci sanitari pubblici.
“Bisogna, dunque, lottare insieme per uscire dalla crisi – ha concluso dal palco della piazza romana il portavoce degli agricoltori – e tornare ad un mercato orientato alla società, in cui il cibo diventi un bene comune e l’ uomo abbia un ruolo centrale senza consentire a nessuno di calpestare la dignità, i diritti e la democrazia”.
Salvaguardare l’ agricoltura significa tutelare il bene comune; perché la terra è bene comune!