Di Massimiliano Scarabeo

 

ALCUNE MIE CONSIDERAZIONI SU SANREMO (PER QUANTO POSSANO INTERESSARE A QUALCUNO).
Se mi dessero un Festival da organizzare -ma me ne guardo bene dal mettermelo in testa!- cambierei proprio tutta la formula. Non riesco più a vedere una serata fino alla fine. I motivi?
1) CINQUE SERATE – onestamente, ha senso? Tre serate bastano e avanzano -lo diciamo tutti, ma nessuno ci dà retta- mentre ora iniziano pure un mese prima a fare la “marcia di avvicinamento” all’evento, con il servizio quotidiano al Tg1.
2) ANDARE OLTRE L’UNA DI NOTTE – Tra un cantante in gara e l’altro ci passa anche un buon 20 minuti perchè c’è sempre qualche altro intruso di mezzo.
3) OSPITI CHE PIANTANO CASINO – Fino ad ora Blanco e Fedez. Ogni ospite si inventa qualcosa affinchè i giornali poi parlino di loro e non delle canzoni. Stasera a chi toccherà?
4) I “PIPPONI” SUL SOCIALE – Immancabili come il panettone scaduto a San Biagio. A turno c’è il personaggio col monologo ad effetto sul razzismo, sul bullismo, sulla violenza, sulla libertà e tanto d’altro. Tutto molto interessante ma a me se è un “Festival della canzone italiana” interessa la musica, se no cambio canale.
5) LE MARCHETTE DELLE FICTION RAI – Con tutto il rispetto per Elena Sofia Ricci (che è sempre un bel vedere) e tutti gli altri attori che salgono sul palco per ricordarci che “dal 13 febbraio in prima serata su Raiuno ecc ecc”, come se non bastassero già gli spot che vediamo ogni tre per due.
6) IL COMICO CHE NON FA RIDERE – Tutti, o quasi, i comici quando vengono invitati al Festival “toppano” alla grande.
Ecco, togliendo tutta questa “materia inutile” potrebbero anche mettere quaranta cantanti in gara su tre serate: dando loro 3-4 minuti di spazio a canzone (più la presentazione), entro mezzanotte sarebbe bell’e finita. E ascolteremmo solo musica, bella o brutta che sia.
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