RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Arriva in una mattina di luglio nel silenzio totale delle istituzioni di Termoli, delle massime cariche politiche e amministrative regionali, la notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto ricevere e cioè che a Termoli, all’ospedale San Timoteo, non si potrà più partorire.

E’ la cancellazione di uno dei servizi primari che un ospedale come quello di Termoli dovrebbe continuare a garantire non solo alla popolazione di tutto il Basso Molise e l’alta Puglia ma anche alle migliaia di turisti che si stanno riversando per le vacanze estive nella nostra regione.

La chiusura del centro nascita era nell’aria ormai da due anni, ma ci chiediamo se i vertici regionali ed il management della Asrem abbiano fatto davvero tutto il possibile per evitarla. Davvero si può pensare che una donna con un parto d’urgenza si recherà a Campobasso? E perché non dovrebbe scegliere Vasto che logisticamente è più facile e veloce da raggiungere?

Davvero non si arriva a capire che perdere il punto nascita al San Timoteo servirà a impoverire e svuotare ulteriormente il presidio ospedaliero? E che fine ha fatto chi della salvezza del famigerato L113 ne ha fatto uno dei punti di forza della campagna elettorale pur sapendo di non poter fare nulla per incidere sulle decisioni politiche regionali?

Chi guida la nostra regione ha il dovere di garantire i servizi, migliorarli lì dove sono carenti e non sottrarli ai cittadini. Queste dovrebbero essere le priorità di chi è stato scelto a rappresentarci, questo e non altro.

La salute è e deve restare bene primario.

Vittorino Facciolla

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