Il momento, certo, è complicato, fra virus ed emergenza sanitaria, fra sospensione delle attività e difficile ripartenza in sicurezza. Ma qualche segnale positivo c’è. Ad esempio, si discute e ci si confronta. In Europa, dove fra governi e organi sovranazionali si tenta la carta del sostegno finanziario con strumenti innovativi, poi vedremo chi e come li userà.

A Roma, negli Stati generali nella cornice di Villa Panfili, dove il governo incontra sindacati e banchieri, imprenditori e rappresentanze sociali, regioni e comuni assieme a leader europei ed esperti, economisti e pensatori. Non è ben chiaro che cosa ne verrà fuori, ma già il fatto di dare voce alle diverse sensibilità, alle differenziate esperienze, alle impostazioni politiche più disparate, … è un fatto e un fatto concreto di chi, davanti alle difficoltà, non punta sulla disperazione e la paura, me sulle idee e sui progetti concreti, sull’impegno individuale e sul percorso collettivo.

Bisogna ridisegnare il Paese con un Patto che coinvolga tutti: serve un nuovo modello complessivo. Con alcune chiare priorità. Serve, innanzitutto, una grande riforma fiscale; bisogna regolare la digitalizzazione e ridisegnare anche l’organizzazione del lavoro, dando adeguate opportunità sia ai giovani sia agli anziani; le infrastrutture e l’ambiente devono essere il volano della crescita e, in questo quadro, bisogna velocizzare l’utilizzo delle risorse e la capacità di attrarre investimenti. Se usciremo meglio o peggio dalla crisi dipenderà solo da noi.

Uscire dalla crisi, una parola! Almeno per quanto sta accadendo in Molise. Ci sono risorse finanziarie importanti, ma pare noi non si sia in grado di spendere. Altre ne potrebbero arrivare a breve, se solo sapessimo chiederle nel modo giusto e a chi ne dispone. Discutiamo da mesi di strutture sanitarie COVID dedicate, di aperture/riaperture/semichiusure di strutture ospedaliere, di piani di rientro, di risparmi e risanamento, ma la nostra malandata sanità fa acqua da tutte le parti.

Industrie in crisi e che tirano avanti con cassa integrazione, altre chiuse da tempo e con gli ammortizzatori sociali che fra poco finiscono (è il caso della Gam: anche oggi i lavoratori sotto la Regione, a chiedere il progetto di ripartenza dell’avicolo, pronti a fare anche qualcosa per l’avvio di un sistema di cooperazione. Silenzio di tomba, anzi di toma). Stagione turistica alle porte, con quante incertezze, con quante velleità spazzate via dal virus o dalla inconcludenza di progetti troppo alti.

Nel frattempo, chiudono negozi e servizi, di gru dell’edilizia in giro non se ne vedono, viabilità e trasporti ma che ne parliamo a fare, l’agricoltura fa la sua parte più portata dall’andamento generale che per capacità di programmazione e di rilancio del settore primario. Nel pubblico impiego, legioni di precari cui è stata promessa una qualche stabilizzazione, e dipendenti di ospedali e comuni stressati da turni di lavoro impossibili e mal ripagati.”

Insomma il solito Molise, con un po’ di povertà in più (e benedetti i nostri pensionati che sostengono figli e nipoti, pur con le più basse pensioni d’Italia), la mancanza di progetti, l’assenza di un pensiero forte che renda protagonista ognuno del benessere di tutti, che faccia partecipare gli industriali e i sindacalisti, i lavoratori autonomi e l’ampio universo del volontariato, alla rinascita cui da tempo il Molise aspira.

Perché, qui, chi potrebbe, chi dovrebbe far qualcosa, non si avvede nemmeno dei problemi, non percepisce che siamo sull’orlo del baratro, che la disperazione, giorno dopo giorno, sta prendendo il posto della dignità delle persone, dei lavoratori sfruttati, dei disoccupati sfiduciati, dei ragazzi… no, di quelli non ce ne sono più, tutti scappati altrove. Ma davvero qualcuno ha capito la scelta del nuovo assessore al lavoro (ottimo professionista, brava persona a cui vanno i nostri più sentiti auguri, ma..quale sarà il progetto che ha in testa? Speriamo presto in un confronto)?

Ma qualcuno è davvero intimorito dalle battute da social del presidente (“tanto vale dimettersi”) o preoccupato del suo seggio senatoriale come premio di consolazione? E, questa volta, le opposizioni, di un tipo o dell’altro, vogliono sobbarcarsi la fatica di parlare chiaro alla popolazione e mettere giù un progetto che tale sia, al di là di mozioni di sfiducia che lasciano il tempo che trovano?.

Impariamo anche in Molise a confrontarci e programmare. Lasciamo perdere i balocchi. Prendiamoci seriamente responsabilità e impegni realizzabili (magari da rispettare)”.

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