Il comitato Pro Cardarelli, in nome della sua missione di difesa e tutela della sanità pubblica e in particolare dell’ospedale Cardarelli,  ritiene opportuno, nell’attuale  tragico momento determinato dalla pandemia COVID-19, fare alcune  considerazioni in merito ad almeno due ordini di fattori:

  1. Controllo e sorveglianza della pandemia con strumenti adeguati
  2. Attualizzazione dei processi di erogazione delle prestazioni sanitarie soprattutto ospedaliere

Per il  punto 1 pensiamo che, al momento,  gli strumenti tecnologici (tipo app disegnate ad hoc) siano ancora lontani dall’essere applicabili sull’intero territorio nazionale mentre ci sono realtà regionali che si sono già distinte per una buona gestione della sorveglianza utilizzando piattaforme già disponibili o pensate per le specifiche realtà territoriali e dalle quali possiamo trarre spunto per indirizzare correttamente anche la nostra regione. Per esempio, sui mezzi di informazione in questi giorni è stato particolarmente sottolineato il potenziale di una piattaforma messa a punta dalla ditta Engineering, chiamata DIGITAL ENABLER, in grado di monitorare la diffusione del virus, di fornire in tempo reale dati sulla popolazione infetta, individuare i probabili esposti nell’ambito dei cluster a rischio ed è in grado di ricostruire i cluster di possibili contagiati con la possibilità di utilizzo di app mobili.

Tale piattaforma è già utilizzata in alcune realtà regionali come il Veneto, che si è distinta per una razionale approccio alla problematica pandemica riuscendo ad ottenere un sostanziale controllo della diffusione dell’infezione in un cointesto iniziale di particolare gravità. Inoltre l’azienda che ha elaborato tale piattaforma è già da tempo partner della  azienda sanitaria regionale poiché gestisce gli applicativi per lo screening del neoplasie e gli archivi regionali dell’anatomia patologica che potrebbero costituire un ottimo punto di partenza per l’implementazione di tale piattaforma.

In questo contesto epidemiologico diventa indispensabile mettere in sicurezza l’intera architettura della sanità regionale sia tutelando i pazienti che accedono alle strutture, sia il personale sanitario che in queste condizioni critiche hanno già operato e continueranno a farlo in futuro. L’urgenza di definire e adottare tali misure si rende ancora più evidente con il documento stilato dall’associazione Italiana degli Epidemiologi (in data 04/05/2020) che, prendendo atto “dei recenti risultati di modelli matematici che prevedono un elevatissimo rischio di una nuova ondata pandemica nel giro delle prossime otto settimane in assenza di adeguati interventi di controllo, raccomanda con la massima urgenza la considerazione e l’adozione di una serie di iniziative prioritarie per aumentare le capacità di interruzione della trasmissione virale su tutto il territorio nazionale”.

E continua “ il rafforzamento delle attività di identificazione dei casi, il loro isolamento extradomiciliare, l’identificazione tempestiva dei contatti, l’estensione delle capacità di accertamento virologico dell’infezione a partire delle categorie ad alto rischio e l’identificazione dei focolai di contagio.

 Tutte queste attività necessitano di sistemi di raccolta dei dati in modo standardizzato, che consentano una loro tempestiva registrazione ed elaborazione, in grado di guidare la valutazione del rischio e le relative contromisure. E’ fondamentale che tutte le aree del Paese adottino strumenti efficaci e condivisi.”

Nel testo si leggono le seguenti raccomandazioni:

  • Estensione dell’uso dei test molecolari dovrebbe essere accompagnata da un processo condiviso e codificato di stratificazione del rischio di contagio che richiede un massiccio e tempestivo investimento sul potenziamento dei laboratori addetti alla diagnostica virologica (strumentazioni, reagenti, personale e formazione);
  • implementazione urgente degli strumenti tecnologici a supporto delle attività di identificazione dei contatti stretti dei casi, di esecuzione delle indagini epidemiologiche e di follow up;
  • Adozione di strumenti per la raccolta e la registrazione elettronica dei dati e la loro tempestiva trasmissione facilmente effettuato mediante l’uso di software dedicati;
  • Adeguamento e potenziamento dei sistemi di sorveglianza nazionale ;
  • Definizione di un sistema informativo unico nazionale per la registrazione delle attività di contact tracing e di indagine dei focolai epidemici tramite una piattaforma in grado di sistematizzare le informazioni minime indispensabili;
  • estensione delle attività di sorveglianza sindromica. 

In merito al punto 2, riteniamo che lo scenario epidemiologico in atto renda necessaria la totale riorganizzazione   delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie, sia sul versante dei ricoveri ospedalieri che dell’attività ambulatoriale. La necessità di riavviare l’intero sistema di attività cliniche sospese non solo obbliga all’adozione di sistemi di protezione e prevenzione, ma anche alla definizione di linee guida regionali che possano essere di indirizzo per tutti, operatori e utenti, tali da orientare e integrare scelte e comportamenti da parte delle varie strutture pubbliche e private. A tale scopo è opportuno ripensare ai sistemi di prenotazioni,  ai modelli di accesso alle strutture e soprattutto, lì dove non siano stati creati spazi indipendenti quali sono gli ospedali dedicati(ospedali Covid), occorre costruire percorsi nettamente separati e ben distinti fra aree sospette/certe per COVID e aree libere, adottando misure certe di protezione e prevenzione dei singoli soggetti (pazienti e operatori), rivedendo la logistica e le caratteristiche organizzative di ogni struttura (pubblica o convenzionata) operando sui percorsi, i contesti e gli scenari operativi.

Tali misure devono necessariamente comprendere anche  un’adeguata formazione di tutto il personale coinvolto, tramite corsi FAD o online, con modalità di fruizione e riconoscimento dell’impegno orario che ogni Azienda sanitaria stabilirà in proprio.

In linea di principio, gli ambiti da considerare nella definizione di queste misure per garantire le prestazioni sanitarie ed amministrative appropriate sono:

  • l’accesso alle strutture sanitarie previa prenotazione
  • le modalità di accesso delle persone alla struttura sanitaria, a seconda della tipologia di prestazione da effettuare e del soggetto fruitore
  • la definizione di percorsi idonei, atti a disciplinare i flussi di persone, in modo da ridurre la possibilità di contatto tra negativi e infetti
  • le misure precauzionali di prevenzione e di protezione dei diversi soggetti
  • le caratteristiche logistiche ed organizzative di ogni singola struttura, affinchè  le misure di prevenzione e protezione  si adeguino ai singoli contesti operativi
  • la definizione delle misure igieniche di prevenzione negli ambienti
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