di Massimiliano Scarabeo
E’ GIUNTA L’ORA DEL PROCESSO ANCHE PER TITO-articolo del ” Giornale”, 22 aprile 2000..SIAMO NEL 2022 MA QUEL PROCESSO NON E’ MAI STATO FATTO,ANZI LA REPUBBLICA ITALIANA MANTIENE ONORIFICENZA PER TALE CRIMINALE..
E’ giunta l’ora del processo anche per Tito (da “Il Giornale”del 22 aprile 2000).
INTERVISTA CON LO STORICO FRANCESE STEPHANE COURTOIS (GIANLUIGI DA ROLD)
“Il libro nero del comunismo, solamente dieci anni fa, non sarebbe stato possibile scriverlo. E non avrei trovato nessun editore che lo avrebbe pubblicato. Oggi stiamo preparando la seconda edizione. E’ cambiata la mentalità”. Parola di Stéphane Courtois, docente di storia all’Università di Nanterre. L’autore delle prime due parti del Libro nero e coordinatore delle ricerche sui crimini del comunismo internazionale, è soddisfatto. Da anni, Courtois cura una documentatissima collana di libri sui “Kominterniens”, gli uomini del Komintern che hanno operato per 70 anni in Occidente, gli inviati speciali del “Cremlino rosso”.
Ovviamente, per l’editoria italiana di sinistra e dell’attuale comatoso centrosinistra, questi libri non esistono. Stéphane Courtois era a Milano al “Circolo” di via Marina per presentare l’istruttoria preliminare sul processo mondiale al comunismo. Ha parlato insieme con Ugo Finetti, Fernando Mezzetti e Valerio Riva. Lo storico francese ha annunciato la seconda edizione del Libro nero, che avrà un capitolo in più sulle foibe e sui massacri operati dal maresciallo Tito, il presidente dell’ex Jugoslavia. Come siete arrivati ai crimini del comunismo jugoslavo? “La storia delle foibe è terrificante. Abbiamo trovato i posti dove sono stati infoibati italiani e sloveni. Ma in questi anni c’è stata quella che si può chiamare un’autentica rivoluzione documentaristica.
Non ci sono solo gli archivi di Mosca ma anche quelli di tutti i paesi ex comunisti, persino della Cambogia”. Ma il maresciallo Tito, in Italia e in Francia è stato quasi considerato per decenni un “santone” del neutralismo. “Sì, un santone che ha ordinato crimini e massacri di decine di migliaia di persone, come tutti i capi comunisti. Di fronte a quello che noi troviamo oggi, siamo sempre al “punto zero”. La storia di questo secolo, di fronte alla terribile tragedia del comunismo, è sempre da riscrivere”.
Secondo lei bisogna vergognarsi ad essere stati comunisti? Chi la sta intervistando lo è stato. “Sono disgrazie che capitano a tutti nella vita, caro amico. Pensi che io sono stato un professionista maoista”. Ma è veramente cambiata la mentalità, l’atteggiamento degli intellettuali occidentali verso il comunismo?
“Sicuramente. Lei pensi che in Francia è uscito in questi giorni il primo libro di Ernest Nolte. Era un autore del tutto sconosciuto, era considerato un fascista e quindi impubblicabile”. In Italia il conformismo culturale filocomunista esiste, però Nolte è stato pubblicato.
“Voi avete un uomo come Renzo De Felice che, con i suoi studi sul fascismo italiano, ha aperto la strada sul revisionismo storico. Da noi, Francois Furet ha sempre studiato la rivoluzione francese. Solo alla fine della sua vita, con il Passato di un’illusione, si è messo a studiare e a scrivere di comunismo e del secolo dei totalitarismi, quello nazista e quello comunista”.
In tutto il mondo, quante persone hanno comperato il Libro nero? “E’ stato un successo editoriale incredibile. Sono state vendute 750mila copie. E’ stato tradotto in 30 lingue. Nel novembre del 1999 sono comparse sia l’edizione americana sia quella russa. Non sappiamo sinora quante copie sono state vendute negli States. A Mosca lo hanno acquistato settemila persone. Ma i Paesi dove il libro e stato sinora più letto sono Francia e Italia. In Francia è uscita un’edizione anche tascabile. Bisognerebbe farla ovunque”. Ma dovrete continuamente aggiornarlo, questo libro “E’ inevitabile. Solo in Russia ci sono tonnellate di documenti. E, al proposito, ci si trova di fronte a un atteggiamento molto bizzarro. Un tempo i comunisti occidentali dicevano: come fate ad accusare L’Unione Sovietica dei crimini di cui parlate?Quali documenti avete in mano?Adesso che i documenti ci sono, nessuno di questi comunisti o postcomunisti va a vederli”. Ma che tipo di documentazione esiste a Mosca? “Negli archivi ci sono tre tipi di documenti. Possiamo stabilire questa classificazione: documenti visibili a tutti; documenti che sono parzialmente visibili; documenti che sono ancora segreti. Tra i primi c’è vario materiale del Komintern e del partito, del Pcus; tra i secondi quelli dell’attività del ministero degli Esteri sovietico; gli ultimi riguardano le direttive di Stalin, il materiale del Kgb, i documenti sull’esercito, l’Armata Rossa”. In Occidente è già arrivata qualche cosa di Stalin e del Kgb. “Certamente. Da quei “forzieri di documenti” esce continuamente qualche cosa. Vladimir Bukovskij, armato di uno scanner, ha fatto un lavoro immenso e ci si può collegare, via Internet, con il suo archivio. Ciò che manca è il contesto generale, l’insieme delle attività sovversive svolte
in Occidente dagli agenti segreti dell’Unione Sovietica”. Può farmi un esempio? “Pensi al massacro degli ufficiali polacchi nel bosco di Katyn, nel 1943. Ormai sono stati scritti dei libri, si è ricostruita la vicenda di quella strage che fu, in un primo momento, attribuita ai nazisti. Su quell’ordine dato da Stalin, attualmente noi abbiamo solo una pagina, un solo documento. E’ stato un “regalo” del presidente Boris Eltsin agli storici. Ma conoscere tutta la vicenda, così come è stata registrata burocraticamente dai sovietico, è ancora oggi impossibile”.
Insomma, non siete ancora in grado di fare una ricerca sistematica. “Ci vorranno anni di lavoro per gli storici. E avremo sempre nuove scoperte. E’ impossibile sapere quando apriranno definitivamente questi archivi. Certamente abbiamo già una strada ben tracciata e lo stillicidio di documenti che ogni tanto esce da quei “forzieri” ci aiuta a colmare vuoti e lacune. Ad esempio, per noi francesi, è stato di estrema importanza il ritrovamento, in circostanze incredibili, di due documenti”. Quali? “Riguardano il Partito comunista francese e il suo vecchio segretario Maurice Thorez. Il primo documento è del novembre 1944, il secondo del novembre 1947. Sono straordinari perché riguardano colloqui tra Stalin e Thorez. Ma è quasi sempre Stalin che parla. Thorez si presenta e dice:”Vengo a prendere le consegne e le direttive”. E Stalin spiega:”Non fate stupidaggini, non mettetevi in testa, in questo momento, di fare rivoluzioni o cose del genere. Installate invece le radio clandestine, nascondete le armi e procuratevi i soldi. Trattate con tutti e ricordatevi che il nemico da battere in Francia è solo uno: il generale De Gaulle”. Secondo lei era così per tutti i Partiti comunisti occidentali? “Senza dubbio. Era la stessa cosa anche per voi italiani”.
Che cosa pensa del dossier Mitrokhin?In Italia non è stato accolto con grande entusiasmo dalla maggioranza della stampa. “Mitrokhin è un bijoux, una sciccheria. Tutto vero. Averne di Mitrokhin. Saremmo a buon punto con un lavoro incredibile da fare”.
INVECE IL DOSSIER MITROKHIN VENNE BEN POCO SFRUTTATO DAL NOSTRO PAESE,CON MERAVIGLIA DI ALTRI STATI EUROPEI.. DETTO DOSSIER VENNE QUASI OVATTATO..
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