di Pietro Tonti
Il 20 maggio 2016 Il quotidiano “Il Mattino” nella pagina di Benevento pubblicava: <<Morcone – Diventa realtà la realizzazione del parco eolico della potenza di 46,125 MW nel territorio tra Morcone e Pontelandolfo. L’inversione di marcia e gli ultimi «no» all’eolico della Regione Campania, avevano fatto sperare alle associazioni ambientaliste che si potesse trovare il modo per impedire la costruzione dell’impianto, proposta dalla società «Eolica PM» di Bolzano.>>.
Questa mattina il Consigliere regionale Michele Petraroia mi spedisce le eloquenti foto che seguono, via Whatsapp, con una triste quanto sconcertante dichiarazione:
<<Non è un buongiorno da diversi giorni da queste parti! ( riferito alle montagne del comune di Morcone ai confini con il Molise). L’assalto alle nostre montagne è iniziato – afferma Petraroia – e siamo arrivati impotenti davanti a questa devastazione immane. Può essere che i nostri territori possano essere sventrati fino a questo punto e non riusciamo a fermarli?
E’ doverosa una rapida ed efficace presa di posizione del Presidente della Giunta Regionale e dell’Assessore all’Ambiente nei confronti della Regione Campania, che ha ritenuto di autorizzare l’installazione di poco meno di 100 pale eoliche impattanti al confine col Molise senza aver convocato la nostra Regione e la nostra Direzione del Mibact alle Conferenze di Servizio in cui si sono istruite quelle concessioni. O si interviene a tutela dei diritti del nostro territorio e delle nostre comunità in tempi rapidi e con grande determinazione, o si rischia di vanificare l’istituzione del Parco Nazionale del Matese e le potenzialità di sviluppo connesse”.>>.
Infatti, i lavori per l’eolico sono iniziati ai confini con il Molise, proprio sui rilievi del comune di Morcone. Saranno ben visibili quando saranno installati e avranno un impatto ambientale devastante, non solo in provincia di Benevento, ma anche nella nostra regione.
La sconfitta degli ambientalisti a favore degli interessi di pochi. Siamo alle solite, la negazione della valorizzazione delle peculiarità territoriali spesso decantate, ma di fatto minate dal perpetrarsi dello scempio al territorio del nostro sud, sempre indifeso, contro il potere delle multinazionali, che possono tutto con promesse ed elargizioni ai piccoli comuni con bilanci sempre in rosso e la possibilità di fare facile cassa con i proventi dell’eolico.
Da noi solo si può parlare di “eolico selvaggio”, spiegabile con la povertà latente e gli interessi economici elevati che ruotano intorno a questo vero e proprio business. Solo al sud si possono osservare distese e distese di pale, spesso anche ferme, in quanto il vento non spira, dove si solleva qualche dubbio, sulla verifica dei venti.
La legge prevede l’installazione di centrali anemometriche, sui rilievi in cui sono previsti gli insediamenti eolici, per almeno un anno, per consentire la verifica della mappa dei venti e avviare l’iter approvativo.
Nella nostra regione e in Campania, le pale sono distribuite oramai in ogni dove, mentre il Trentino Alto Adige da cui proviene l’azienda che investe ai nostri confini per regalarci un panorama rotante, ha già dal 2011 espresso parere negativo sui nuovi insediamenti eolici ristretti al fine di “preservare il paesaggio da rotori e pale eoliche”.
E’ proprio vero il sud è terra di conquista, il Molise impotente, svenduto, esiste solo in negativo.