Un lavoro editoriale che affonda il proprio motivo di essere in tutto quanto non va in Italia, dove sono in tanti a chiedere giustizia, sovente però senza ricevere le risposte tanto attese, appunto la giustizia piena e vera. Trattasi di “Disastri d’Italia” firmato dal Procuratore del Tribunale dei Minorenni di Campobasso, Claudio Di Ruzza, appena uscito nelle librerie. Significativo il sottotitolo del lavoro : “Vent’anni da San Giuliano di Puglia : come superare la logica dell’emergenza”. Un testo,”Disastri d’Italia”, che arriva proprio da un ”addetto ai lavori” della stessa giustizia italiana e come tale assai probante nelle denunce che contiene. E’ stato pubblicato a vent’anni dal tragico terremoto che costò tante vite umane di piccoli scolari e docente nella scuola pubblica del piccolo Comune del Campobassano, evento assolutamente tragico e sempre presente nelle menti, negli affetti e negli animi di tutti gli italiani.

Il Procuratore Di Ruzza, laziale di nascita e venafrano di adozione, decenni addietro quale Magistrato della Commissione Parlamentare Antimafia firmò l’interessante prefazione al testo “Il Bandito. Storia di Agostino Martone, bandito di Monte Cesima (Sesto Campano) dal 1947 al ’50”, scritto dal giornalista Tonino Atella, attuale collaboratore amichevole di questo organo d’informazione. E veniamo a “Disastri d’Italia” del Procuratore dei Minorenni, Di Ruzza. “Questo testo -è scritto al riguardo- è un lungo sudario adagiato sulle membra malconce di un Paese frastornato, così esposto agli eventi naturali, così fragile sotto il peso della propria scriteriata inadeguatezza. C’è un filo sottile che unisce il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia ai tanti ,troppi accadimenti tragici della nostra storia recente. E’ giunto il tempo di una battaglia di civiltà, perché in un Paese che si vuole definire civile non é accettabile che delle scuole uccidano dei bambini, che un ponte crolli mentre le famiglie vanno in vacanza, che si perda la vita perché un treno esplode a un passo da casa, che si muoia per incuria, interessi economici e mancati controlli. Con una giustizia che tale non riesce ad essere per chi vi si rivolge per trovare un senso al proprio dolore”.

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