Lo scrive la Direzione investigativa antimafia (Dia) nella relazione al Parlamento sull’attività svolta nel secondo semestre 2017.

Molise e Abruzzo risultano permeabili agli interessi dei sodalizi mafiosi, per quanto non strutturalmente radicati. Le indagini degli ultimi anni hanno evidenziato la presenza di soggetti riconducibili alla cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI di Africo (RC) e del gruppo FERRAZZO di Mesoraca (KR).

Con riferimento a quest’ultima cosca, vale la pena di richiamare l’operazione “Isola Felice” conclusa nel recente passato dall’Arma dei carabinieri, che, nel fare luce sull’operatività dei crotonesi in Abruzzo e in Molise, ha portato all’arresto di 25 responsabili236. Un elemento di spicco del clan FERRAZZO di Mesoraca aveva, infatti, scelto di stabilire ufficialmente la propria residenza in San Giacomo degli Schiavoni (CB), rendendosi promotore di una associazione criminale composta sia da calabresi che da siciliani (famiglia MARCHESE di Messina), operante tra San Salvo (CH), Campomarino (CB) e Termoli (CB).

Sul piano della prevenzione, particolarmente intensa risulta, infine, l’attività dei Gruppi Interforze presso le Prefetture, che, attraverso il monitoraggio svolto dalla DIA e dalle Forze di polizia, mirano ad intercettare l’interesse delle cosche calabresi ad infiltrarsi sul territorio abruzzese in settori estremamente sensibili, quali la fornitura del calcestruzzo e del “nolo a caldo”, oggi ancora più appetibili in ragione dei fondi statali destinati alla ricostruzione pubblica e privata post-terremoto.

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