“E’ vergognoso il silenzio di tutti e ancor più vergognoso che nessuno difenda il nostro collega di Campobasso mentre monta una campagna d’opinione di buonismo a senso unico, vale a dire solo dalla parte dei detenuti”. Lo afferma il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, che ieri a Campobasso ha tenuto una conferenza stampa per ricostruire quanto è accaduto ieri l’altro nei pressi del carcere del capoluogo molisano, ribadendo che “il filmato che gira in rete è solo parziale e non dà un quadro completo ed esauriente dei fatti”.

“Noi – aggiunge – difenderemo l’agente di Polizia Penitenziaria e ci opporremo contro ogni provvedimento, già annunciato, di punizione, chiedendo alla politica, alle istituzioni e ai cittadini di riflettere senza lasciarsi prendere dall’emotività di immagini, ripeto parziali. Voglio ricordare in proposito al capo del DAP Basentini come alla Garante regionale dei diritti della persona in Molise, Lanciano, che hanno parlato di “diritto di tutela del detenuto” che esiste un diritto alla tutela di quanti indossano la divisa e servono lo Stato in condizioni di lavoro segnate da stress e grave insicurezza.

E’ da tempo – dice ancora Di Giacomo – che denunciamo la confusione diffusa nel nostro Paese tra vittime e carnefici. Questo di Campobasso è un esempio. Vorrei rivolgere una sola domanda ai cittadini: se il detenuto avesse aggredito (come ha fatto con una stampella l’agente), un bambino, una donna o un anziano, oppure fosse riuscito realmente a fuggire creando ulteriore pericolo pubblico, quale sarebbe stata la reazione? Ripeto – afferma il segretario del S.PP. – nessuna volontà di affermare che agli agenti di polizia penitenziaria come a tutti gli altri appartenenti alle forze dell’ordine sia consentito di tutto ma attenzione a sostenere esattamente il contrario sino a giustificare l’attuale situazione di emergenza sicurezza che si registra nel carcere e fuori.

Gli effetti del “buonismo” imperante sono sotto gli occhi di tutti con le continue aggressioni ad agenti, le rivolte dei detenuti, i boss mafiosi che diffondono “pizzini” dalle celle, i Centri Accoglienza per immigrati diventati covi della mafia nigeriana. Il nostro impegno – conclude Di Giacomo – è dalla parte di tutte le vittime di questa situazione, siano essi appartenenti alle forze dell’ordine, cittadini costretti a sparare i ladri in casa, donne che subiscono violenza, pensionati scippati all’uscita dell’ufficio postale o della banca”.

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