Rischiamo di mantenere un campanilismo all’interno di ente, dove magari ogni Comune più rappresentativo o gruppi di Comuni vorranno egemonia e prevalere sugli altri.

Il presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis alla luce dell’approvazione del disegno di riordino delle Province attuato dal governo Monti, in sintonia con i colleghi presidenti e l’Upi, dichiara quanto segue: “Come più volte sostenuto sia in ambito Upi che come presidente della Provincia, mi vedo costretto ancora una volta ad oppormi ad una decisione nazionale che non posso condividere in nessuna delle sue forme.

Come annunciato, questo governo ha deciso di ridurre sia il numero dei consiglieri, di azzerare le Giunte, che di limitare la volontà popolare che al posto del suffragio si vedrà in Provincia, non degli amministratori designati dal corpo elettorale, ma dai Consigli comunali. Una Provincia che resta che vive questo sì, ma che si vede limitata nel numero dei consiglieri, senza giunta e con un consiglio e un presidente che saranno il risultato di un guazzabuglio di decine di amministrazioni. Difficilmente ci saranno maggioranze e come spesso accadeva nelle Comunità Montane dove vigeva lo stesso sistema, avremo e rischieremo di avere cambiamenti, crisi e difficoltà nel mantenere una omogeneità.

Rischiamo di mantenere un campanilismo all’interno di ente, dove magari ogni Comune più rappresentativo o gruppi di Comuni vorranno egemonia e prevalere sugli altri. Invece una elezione diretta e una rappresentanza con il popolo sovrano di fatto darebbe legittimità e assunzione di responsabilità a persone che ora sono elette ma che poi saranno nominate dai Consigli. Insomma un paradosso ed un salto indietro che vede ad esempio una Provincia come la nostra, amministrata da 10 consiglieri. Consiglieri che poi a loro volta sono sindaci o consiglieri comunali. Una scelta veramente bizzarra che mi auguro veda un Parlamento opporsi e pertanto chiedo una mano ai deputati ed ai senatori del Molise chiedendogli un intervento a tutela della democrazia e della rappresentanza. Un governo, questo, che come sostenuto dal presidente dell’Upi Castiglione, che non tiene conto della Costituzione, che bada ad un esiguo risparmio e che non interviene laddove ci sarebbe veramente il risparmio.

E mi riferisco ad esempio al numero dei parlamentari, ai rimborsi elettorali al finanziamento pubblico ai partiti di cui tanto si discute ma che in pratica vede forti posizioni dominanti che determinano solo fumo. Pensate che ci sono presidenti di Provincia la cui indennità sfiora i 4 mila euro lori al mese, cifra che forse è un quarto di una mensilità di un senatore, senza tener conto degli “annessi”. E perché non affrontare i temi delle competenze. Una Provincia chiamata ad affrontare temi e materie di forti responsabilità sul territorio ed un Parlamento ricco di 1000 componenti, spesso ingessato e inconcludente. Un Parlamento ed un governo che dovrebbe dare risposte alla gente e che vede invece una politica alla ricerca dei tagli, come quelli per Comuni e Province (irrisori) e che non spinge l’accelleratore verso i reali bisogni della gente.

A tal riguardo non credo che gli italiani abbiano la preoccupazione del numero dei consiglieri comunali o provinciali e dei gettoni di presenza a 20/50 euro lordi, ma forse meritino un parlamento più snello e con meno privilegi per la casta. Per questo mi auguro che i ricorsi alla Corte Costituzionale vadano a buon fine e che si salvi sia l’istituzione della Provincia che il ruolo che merita e la dignità degli eletti. Alla luce di quanto esposto mi sento di credere con fiducia nel lavoro dei giudici che sapranno ben applicare i dettami della Carta Costituzionale”.

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