di T.A.

L’estate ultima venafrana è stata teatro, si ricorderà, del devastante incendio protrattosi per due giorni e capace di distruggere tanto del patrimonio vegetale sui pendii  di Monte Santa Croce o M. Cerino, l’altura a nord di Venafro. Quarant’otto ore di fuoco e fiamme, sulle cui origini non ci furono indizi chiari dopo le prime voci ufficiose rivelatesi però successivamente infondate tanto che non s’individuò alcun responsabile delle fiamme e le cose tali sono rimaste, fuoco e fiamme -si scriveva- che distrussero molto tra pini, alberi e vegetazione naturale sui circa ottanta ettari di terreno collinare. Da siffatto disastro naturale qualcosa di positivo, se è lecito dirlo, alla fine comunque emerse. Innanzitutto lo straordinario salvataggio per via naturale delle due chiese abbarbicate lungo i fianchi di Santa Croce, ossia la dirupata Chiesa della Madonna di Monte Vergine e l’altra, regolarmente funzionante, dedicata alla Madonna delle Grazie. In entrambi i casi il fuoco si fermò a pochi metri dai due luoghi di culto, come arrestandosi al cospetto della Vergine ! A tanto di positivo e straordinario va aggiunto altro riscontro, in questo caso di contenuto storico e popolare. Portati via dal fuoco e dalle fiamme arbusti, rovi, alberi e quant’altro che coprivano ogni cosa, ecco riemergere dallo spuntone di roccia su cui svetta la storica Torricella, antico luogo di osservazione della piana di Venafro e corpo di guardia per individuare eventuali personaggi che si avvicinavano all’abitato, ecco emergere un sottostante corpo di guardia di più piccole dimensioni e giusto a sud della Torricella. Torricella e sottostante corpo di guardia entrambi a “guardare” dall’alto la pianura per scrutare in lontananza verso sud e proteggere la Venafro dei secoli andati e quanti vi abitavano. Alla luce non già della scoperta, perché di tanto non trattasi, bensì del ritorno alla luce della mini torre di controllo sottostante, la domanda ricorrente a Venafro: la mini torre di osservazione ritornata alla luce grazie all’incendio estivo è storicamente precedente alla più rinomata Torricella, situata immediatamente più in alto ? Ossia per scrutare meglio e bene l’orizzonte verso sud si ritenne di costruire più in alto sullo spuntone di roccia la sovrastante e più grande Torricella, in modo da proteggere meglio Venafro e i suoi abitanti, prevenendo azioni di eventuali male intenzionati ? E’ probabile che le cose stiano esattamente così, ma al riguardo non c’è certezza assoluta. Intanto fa piacere aver “recuperato”, quanto meno sotto il profilo visivo/ambientale, l’antica mini torre di osservazione lungo i pendii centrali di M. Santa Croce, giusto sotto la più rinomata ed imponente Torricella.

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