E’ ricco di tanto, a partire dalla magnifica Venere e dagli storici Scacchi di Venafro (IX sec), i più antichi d’Europa

In tante città d’Italia come pure in diversi Comuni della penisola c’è tanto da vedere ed ammirare, a conferma dell’abbondante e preziosa risorsa storico/artistico/documentaria del territorio nazionale. Anche il Molise ha pregi particolari da proporre a potenziali ospiti e visitatori, ma risulta carente la promozione informativa all’esterno tolte poche e fortunate eccezioni. Si propaganda e si promuove poco, il che francamente lascia interdetti. Dovrebbero le istituzioni pubbliche regionali adoperarsi ben diversamente in tal senso, ossia pubblicizzando e trasmettendo alla massa le peculiarità del territorio, ma questo il più delle volte non avviene o, se accade, si verifica assai parzialmente. Ed allora i media, sollecitati a ragione dai lettori, si fanno carico di tanto. E’ il caso di questa testata che d’ora in poi porterà avanti una sorta di “crociata” divulgativa affinché le bellezze del Molise escano finalmente dall’accantonamento, dall’anonimato e dall’oblio in cui sono precipitate -sempre e solo per demeriti umani  … – e tutti possano saperne ed appezzarle. Premesso che si aspettano i contributi dei lettori perché segnalino a futuromolise quanto c’è da ammirare e conoscere in Molise, partiamo da Venafro. La città, di mille anni più antica della stessa Roma, ospita il ricco Museo Nazionale di S. Chiara, scrigno di tanta storia dei secoli pregressi ma purtroppo assai relativamente raggiunto da visitatori. Manca evidentemente la sua pubblicizzazione a monte. In effetti già qualche cartellone pubblicitario ad esempio ai caselli autostradali dell’A/1 che immettono in Molise, ossia Caianello per chi arriva da sud e San Vittore del Lazio che quanti provengono dal nord d’Italia, potrebbero servire allo scopo, ma niente di tanto avviene, nessuno in tali siti legge cartelloni che dicano di storia, arte e cultura molisane ! Tocca perciò a noi stessi molisani propagandare il Molise partendo da Venafro, la porta occidentale della regione. Cosa da visitare d’acchito a Venafro? Senz’altro il Museo Nazionale di S. Chiara, che prende il nome dallo storico monastero di clausura delle Clarrisse un tempo lì ospitato e che è situato in cima a Via Garibaldi, in pieno centro storico. C’è tantissimo e di epoche diverse al suo interno, oltretutto assai spazioso, ma è desolante e mortificante assieme la ridotta affluenza annuale di visitatori ! Si pensi che negli anni trascorsi, stando ai dati ministeriali, risultò essere tra i Musei meno visitati d’Italia ! Dal che la necessità di “aprirlo” finalmente ai più, diffondendone ricchezza, pregi e valenza storico/culturale. In questa sede sono due soprattutto le attrattive del Museo Nazionale S. Chiara di Venafro di cui s’intende dire : la bellissima Venere, la stupenda statua marmorea di epoca romana, e gli storici Scacchi di Venafro (IX sec), i più antichi d’Europa.

La Venere. E’ imponente, conquista per la sua bellezza ed incanta per la grazia che esprime. Venne rinvenuta casualmente nella prima metà del secolo scorso in un’area privata lungo l’attuale Via Colonia Giulia, in pieno centro cittadino, nel corso di scavi per le fondamenta di un’abitazione. Presenta scalfiture sul naso, dovute probabilmente ad una picconata nel corso dei lavori. Era di certo un prezioso abbellimento di giardini imponenti e ricchi di verde e di acqua, tant’è la presenza ai suoi piedi di uno splendido delfino marmoreo dalla cui bocca fuoriusciva -affermano gli studiosi- un suggestivo zampillo d’acqua. E’ bello ammirarla e volentieri ci si sofferma a lungo al suo cospetto. “Erano tutte così belle ed imponenti le donne venafrane dell’antichità ?”, chiedeva esterrefatto un giorno un visitatore del S. Chiara arrivato dal nord Italia ! “Certo ! Non ci sono dubbi !”, rispose convinto e con un largo sorrise il custode che accompagnava nella visita museale.

Gli Scacchi. Undici pezzi di osso di animale adulto rinvenuti quale corredo funerario nella tomba di un militare evidentemente di rango in località Chiaione a Venafro, periferia ovest della città, sempre in una proprietà privata. Vennero alla luce nella prima metà del ’900 e, non essendoci all’epoca una sala espositiva o un museo a Venafro, furono portati a Napoli presso il Museo Nazionale di piazza Cavour, dove però dopo una iniziale esposizione vennero rimossi e riposti in un deposito, praticamente chiusi ed abbandonati ! Finalmente, e siamo agli anni ’80, da Venafro ci si ricordò di tali Scacchi e se ne chiesero esami e catalogazione, sollecitandone la restituzione data anche la presenza in città del neo Museo Nazionale di S. Chiara in cui poterli esporre.

Fu così che tali Scacchi vennero esaminati al radiocarbonio (lo stesso procedimento usato per studiare e datare la Sacra Sindone !) e classificati quali risalenti al IX sec., ossia i più antichi Scacchi d’Europa ! Da quel preciso momento per gli undici pezzi di osso di animale adulto cominciò tutt’altra storia, in tanti ne scrissero, molti libri vennero stampati sul tema e da tanti angoli del mondo ci si interessò agli storici Scacchi di Venafro ! Ed il Museo Nazionale di S. Chiara non si lasciò sfuggire l’occasione per farne da allora uno dei suoi fiori all’occhiello, curandone tantissimo l’esposizione ! Ecco, Venere e Scacchi, due pregi del S. Chiara di Venafro assolutamente da conoscere, ammirare, approfondire e divulgare. Avverrà ? Auguriamocelo …

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