di Tonino Atella

Riceviamo e volentieri pubblichiamo sulle problematiche dei sordi una missiva inviata al Ministro all’Istruzione della Repubblica Italia, Bianchi, da parte di Fidapa Italia, Storia dell’Educazione dell’Università di Valencia e “TDDS Guardiamo Avanti Italia” :

“Onorevole Ministro – si legge nell missiva – siamo in grande apprensione per ciò che l’articolo 34 ter, inserito nel decreto Risorse, oggi L. n.79 del 21 maggio 2021, provoca nel mondo scolastico e della cultura. Non è possibile ricorrere ad una modalità segnante quando nel patrimonio genetico di ogni uomo, ed il piccolo bambino sordo diventerà tale, il parlare è innato. Desidero anche rilevare che per l’articolo sopra citato che titola “riconoscimento della LIS lingua dei segni”, l’approvazione ha avuto luogo senza interpellare Organizzazioni del territorio nazionale che si occupano di disabilità uditiva, senza un dibattito relativo agli aspetti giuridici e socio-culturali.

Desidero anche sottoporle il fatto che, tale riconoscimento, penalizza il maggior numero di persone sorde che hanno acquisito, dalla tenera età, la lingua parlata.

Con quanto sopra non intendiamo mancare di rispetto e condivisione nei confronti di coloro che, non avendo acquisito per motivi differenti o per scelta personale la lingua parlata, usano la mimica gestuale o Lis, e neanche il riconoscimento di questa ma, signor Ministro se pone attenzione alle traduttrici,  vedrà che la loro bocca articola in silenzio, ma che esse  parlano, per cui possiamo dire che si tratta di un ITALIANO SEGNATO.

Non solo i segni variano da Regione a Regione, ma da città a città. L’ apprensione oggi coinvolge famiglie, educatori ed anche componenti delle Comunità scientifiche, sanitarie, educative, tecnologiche. Da tempo si dedicano alla ricerca per migliorare cure, interventi sanitari, messa a punto di tecnologie sempre più perfezionate per consentire recupero dell’udito attraverso protesi acustiche, impianti cocleari e altro. Non possiamo affermare che la lingua orale e la LIS siano due lingue simili per l’apprendimento educativo. Propongo, a questo proposito, alcune riflessioni mie e del  professor Lopez-Torrijo titolare della cattedra di Educazione Comparata e Storia dell’Educazione  dell’università Di Valencia (Spagna) . La LIS: – non possiede i componenti fonologici indispensabili non solo per la comunicazione orale, ma anche per ciò che è fondamentale: l’accesso alla comprensione della lettura. – Non prevede tempi verbali, preposizioni, congiunzioni, aggettivi, indispensabili per comprendere con precisione un testo scritto.

– Il vocabolario della Lis, basato sulla sola necessità primaria di comunicazione, degli aspetti globali della persona sorda è sommariamente ridotto, semplice e primario, per cui non può accedere alla ricchezza e complessità dei nostri aggettivi, verbi, nomi, ecc.

L’evoluzione della specie umana ha prodotto, nel tempo, da millenni, una ricchezza di sfumature fonologiche sulle quali si basa la nostra comunicazione. Negare tale ricchezza è come andare contro l’evoluzione naturale propria della nostra specie. L’apprendimento di tali sfumature fonologiche, secondo gli studi psicologici, si colloca in un periodo cruciale di apprendimento della fonologia umana: (prima infanzia) Dopo questo tempo è difficile accedervi. Su QUESTO SI BASA LA NECESSITA’ E L’OBBLIGO DI INSEGNARE LA COMUNICAZIONE ORALE DURANTE QUESTO PERIODO CRITICO.

Al contrario, la Lis non ha un periodo cruciale, perché in qualsiasi momento si può iniziare ad apprendere.  Da tutto questo si deduce che la legislazione non può promuovere un sistema uguale nell’ambito della struttura della comunicazione. Parlare di uguaglianza è particolarmente grave se la LIS si inserisce dentro il sistema educativo, provocando possibili effetti irrecuperabili nello sviluppo cognitivo e sociale dei piccoli bambini sordi.

E’ OBBLICO ASSICURARE ALL’INTERNO DEL SISTEMA EDUCATIVO L’ACCESSO ALLA FONOLOGIA NELLA PRIMISSIMA INFANZIA COME CONDIZIONE INDISPENSABILE PER L’ACCESSO ALLA COMPRENSIONE DELLA LETTURA.

Dalla comprensione della lettura dipendono:
– lo sviluppo cognitivo completo

– L’autonomia di approfondimento (è vero che ora tutto esiste su Google ma se non si comprende il testo scritto la persona sarà analfabeta per la vita). – Lo sviluppo sociale basato tante volte sulla comunicazione scritta (what sapp Email ecc) . Lo sviluppo professionale. Gli ausili tecnologici (Impianto cocleare apparecchi digitali ecc) sono presenti in questo momento storico e, nei Paesi sviluppati, abbiamo la fortuna di sapere che il loro utilizzo assicura alle persone sorde l’accesso completo alla comunicazione orale.

E’ una grave responsabilità sociale e storica non utilizzare tali risorse.

La Legislazione deve assicurare l’accesso a tali ausili tecnologici, come mezzo fondamentale per conseguire una comunicazione orale completa ed uno sviluppo completo della persona nell’ambito cognitivo, sociale, emozionale, lavorativo, ecc.

GRAVE LIMITAZIONE DELLA LIS:

DIPENDENZA DALL’INTERPRETE PER TUTTA LA VITA

Perdita della propria autonomia, perché l’interprete è richiesto per qualsiasi interazione umana (un consulto medico, la scolarizzazione la difesa dei propri diritti )

Perdita dell’intimo personale, poiché l’interprete deve tradurre anche questioni riservate vale a dire nella comunicazione intima, medica, psicologica, finanziaria ecc…..

 ADULTI

Se qualche persona non ha potuto accedere alla comunicazione orale, la legislazione deve assicurare qualsiasi altro sistema di comunicazione che gli permetta di esercitare i propri diritti come cittadino, IN QUESTO SENSO, LA LIS e gli interpreti possono svolgere un compito fondamentale all’interno della grave limitazione segnalata precedentemente.

Dobbiamo essere coscienti del trend mondiale, per cui anche in Italia alcune persone portatrici di sordità, NON VOGLIONO RICONOSCERE LA PROPRIA DISABILITA’ ED ANCHE PER QUESTO, CERCANO UNA DIFFERENTE IDENTITA’ UTILIZZANDO I SEGNI QUALE PROPRIA LINGUA PER DIMOSTRARE L’APPARTENNZA ALLA COMUNITA’ SORDA (dei sordi).

La richiesta di comunicazione nella lingua dei segni, portata al riconoscimento per tutti i portatori di disabilità uditiva, li esclude dalla comunicazione orale

Questa proposta può essere sostenuta a livello personale, ma, intesa per tutte le persone sorde, senza specificazioni, ha conseguenze personali e sociali gravissime, limitando l’integrazione sociale. Questo è un fenomeno unico all’interno di tutte le disabilità: soltanto questo gruppo che reclama la Lis non vuole andare oltre il fatto che la perdita di udito è una disabilità sensoriale. Si deve porre molta attenzione perché questa presa di posizione, soprattutto ALLARGATA, NON DEVE CONDIZIONARE LA PIANIFICAZIONE DELLE POLITICHE EDUCATIVE E TOGLIERE RISORSE AI PROCEDIMENTI EDUCATIVI, RIABILITATIVI E TECNOLOGICI, CHE ESISTONO IN QUESTO MOMENTO. Tali Politiche portano finalmente all’attuazione di una piena realizzazione comunicativa ed integrazione della persona, sia nell’ambito educativo che lavorativo e sociale .

Il diritto all’ educazione e la modalità di comunicazione sono una responsabilità ed un diritto esclusivo della Famiglia.

Silvana Baroni Pesce

Presidente onoraria FIADDA (Famiglie Italiane Difesa Diritti Audiolesi)

Commendatore al Merito della Repubblica Italiana

Professore Manuel Lopez Torrijo

Titolare Cattedra di Educazione comparata e Storia dell’Educazione

Università di Valencia (Spagna)

Alessandro Guasteferro

Presidente di “TDDS Guardiamo Avanti” Italia”.

 

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