di Tonino Atella

Il caso del venafrano residente a pochi metri dal SS Rosario, investito dinanzi casa e finito addirittura in un ospedale di Avellino!

Da vari angoli della regione ci si lamenta a giusta ragione per disfunzioni e difficoltà varie dei diversi ospedali molisani – si prendano le rimostranze ultime dal Veneziale di Isernia, dal Caracciolo di Agnone e dal S. Timoteo di Termoli – ma dal SS Rosario di Venafro arriva addirittura un “pianto greco” ! Ossia sconforto continuativo ed allo stato puro stante l’assenza ormai cronica, e con buona probabilità non più risolvibile, di tutti i servizi e le prestazioni medico/sanitarie precedentemente esistenti ma purtroppo gradualmente cancellate, soppresse e scomparse nel tempo sino a ridurre lo storico ospedale venafrano a ben poca cosa e come tale incapace di fronteggiare la domanda dei 30mila residenti del mandamento venafrano, territorio dell’ovest del Molise ricompreso tra i Comuni di Sesto Campano e Montenero Val  Cocchiara. Si prenda, per esemplificare il discorso e renderlo massimamente comprensibile, quanto appena capitato ad un venafrano, residente a trenta metri in linea d’arrivo dal SS Rosario ed investito giusto dinanzi casa da un’auto in transito : è finito addirittura in un ospedale di Avellino (!), sia perché al SS Rosario di Venafro non c’è più nulla in quanto a prestazioni medico/sanitarie e sia perché al Veneziale di Isernia, dov’era stato in un primo momento trasferito, non sono riusciti a fronteggiare l’emergenza del caso.

Accennavamo alle problematiche nei vari nosocomi regionali : il San Timoteo lotta per conservare il punto nascita, il Caracciolo cerca di sopravvivere ed il Veneziale ha un pronto soccorso praticamente a collasso tant’è la proclamazione dello stato di agitazione da parte del personale che vi lavora. E il SS Rosario ? Praticamente nulla più, tant’è che qualche voce dal suo interno ha paventato l’ormai imminente ed inevitabile chiusura definitiva ! Sussistono infatti al SS Rosario seri problemi di sopravvivenza appena confermati anche dal settore amministrativo del posto, da tempo immemorabile non si ascolta più il vagito di un neonato al suo interno essendo stata soppressa l’unità ad hoc, non ha più il pronto soccorso ma unicamente un “punto di primo intervento infermieristico” con solo infermiere e senza medico, “punto” ovviamente inoperoso h 24 in quanto l’utenza si rivolge giocoforza altrove non trovandovi più i servizi per fronteggiare l’urgenza, né ha più  unità, sale chirurgiche e tutto quanto attiene un ospedale degno di tal nome. Dal che “il pianto greco”, lo sconforto allo stato puro dei venafrani e dei 30mila molisani dell’ovest della regione per quanto precedentemente avevano in fatto di assistenza medico/sanitaria col SS Rosario di una volta e che oggi purtroppo non hanno più. Un gran brutto destino, non c’è che dire, per i molisani dell’ovest in fatto di assistenza e prestazioni ospedaliere pubbliche. E il piatto continua a piangere …  !

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