Non ha usato mezzi termini il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Cristiano Di Pietro, intervenuto nell’ambito della discussione in aula in merito alla mozione di sfiducia presentata dall’opposizione nei confronti del presidente della Giunta regionale, Michele Iorio.

“Presidente – ha esordito l’esponente IdV – questa mozione di sfiducia non è stata presentata in virtù di un taglio di capelli che non ci piace o in virtù di un abbigliamento poco consono al ruolo che riveste. Questa mozione di sfiducia deriva dal fatto che il Molise e i molisani sono continuamente esposti a situazioni di imbarazzo e ad un sentimento di vergogna.

A metterci in imbarazzo e a farci provar vergogna sono i problemi  e le beghe giudiziarie del governatore di questa regione.

Lei è stato condannato, presidente, e anche se si tratta di un giudizio in primo grado, parliamo, pur sempre, di una condanna. Non solo – ha continuato il consigliere Di Pietro – lei è anche  indagato in numerosi altri procedimenti.

Se lei venisse fermato ad un posto di blocco della Polizia, dagli accertamenti di routine, salterebbe subito fuori la sua condanna. E se fossi io quel poliziotto, per motivi di sicurezza, procederei con una bella perquisizione. Capirà da solo che non è una cosa bella avere una condanna che pende sulla testa, soprattutto quando si è alla guida di una Regione.

Ora, di fronte all’evidenza e alla gravità dei fatti, credo sia doveroso da parte sua fare un passo indietro.

Dico questo anche alla luce di ciò che sta accadendo a livello nazionale. Dobbiamo prendere lezioni di moralità da Renzo Bossi, detto il Trota, che pur non essendo indagato si è dimesso dal Consiglio regionale?

Per quale motivo, mentre nel resto d’Italia assistiamo ad una incessante  richiesta di dimissioni per chiunque venga coinvolto, a vario titolo, in indagini della magistratura, noi molisani dovremmo tollerare il fatto di avere un presidente di giunta condannato ad un anno e sei mesi in abuso d’ufficio, con interdizione dai pubblici uffici per fatti legati al suo ruolo politico?

Le chiedo di dimettersi, presidente, ma se non vorrà farlo – ha annunciato impetuoso Cristiano Di Pietro– stia pur sicuro che continueremo a portare avanti, fino allo stremo delle forze, la battaglia già avviata in parlamento per i suoi incarichi commissariali. Scenderemo nelle piazza e faremo ogni cosa in nostro potere per liberare il Molise.

Parlar male di Michele Iorio – ha concluso Di Pietro – non è parlar male del Molise c’è, infatti, da provar più vergogna per chi ci rappresenta che per coloro che raccontano di questa regione e dei suoi guai. Infine, c’è chi da Ministro, per un avviso di garanzia, si è dimesso e chi, da presidente, con una condanna in primo grado, fa finta di nulla e resta ancorato alla poltrona. è in questa dinamica che risiede una grossa differenza di statura morale”.

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