Per i magistrati contabili alla Regione Molise ci sono “reiterate violazioni delle norme vigenti” e affermano: l’ente ha difficoltà ad effettuare una corretta programmazione e gestione finanziaria. Disavanzo di oltre 14 milioni di euro.

La Corte dei Conti ci va giù duro con il governo Toma e parte da un dato: i rilievi fatti nel 2018 dalla stessa magistratura sono rimasti inascoltati e inapplicati per quasi tutto il 2019. Una piccola inversione di tendenza c’è stata verso la fine, ma per i magistrati non basta a promuovere con sufficienza il governo Toma.

La giunta guidata da Toma, che è anche assessore al bilancio, ha approvato in ritardo (a luglio 2020 con delibera 243) il rendiconto 2019 che peraltro non è accompagnato dalla relazione dei revisori dei conti. Alla fine, secondo quanto si scopre dalla requisitoria, questo parere è stato trasmesso dal Collegio dei revisori solo il 15 ottobre 2020.

Un ritardo che ha come conseguenza il divieto di assunzioni da parte dell’ente. Tanto che la requisitoria recita: “Questa Procura, condividendo le argomentazioni della locale Sezione di Controllo, sottolinea le difficoltà della Regione Molise di effettuare una corretta programmazione e gestione finanziaria delle risorse e delle spese”. Il pareggio di bilancio, dice la Corte, non è stato rispettato in quanto c’è uno sforamento di ben 14milioni 453mila 121,16 euro.

Il tallone d’Achille del governo Toma è la gestione del personale della regione.

L’ente continua a fare contratti di co.co.co., nonostante il divieto della norma nazionale, per i quali nel 2019 ha speso quasi 4 milioni di euro, con un aumento del 77,3% rispetto al 2017 e del 14,2% rispetto al 2018. A nulla è valso il richiamo già fatto dalla Corte in occasione della parifica dello scorso anno.

Ma il governa Toma non pare essere amante della trasparenza amministrativa. Non solo non ha comunicato ai magistrati contabili quanti sono i contratti di consulenza stipulati in regione, ma anche sull’obbligo di trasparenza, sul sito è tutto fermo al 2015.

Si sa solo, dalla relazione della Corte, che Toma e i suoi hanno speso per le consulenze del 2019 una cifra pari a 1milione 244mila 336 euro, cioè il 164,5% in più del 2017 e il 59,7% in più del 2018.

Dai magistrati sappiamo anche che ci sono “reiterate violazioni della disciplina vigente” sempre in tema del personale. Non risulta che la Regione Molise abbia adottato nel 2019 il dovuto Piano di azioni positive che è propedeutico ai bandi di concorso che pure la Giunta Toma non ha rinunciato a fare.

Secondo la Corte, nel settore del personale,  l’ente non dimostra “ossequio alla ratio normativa di organizzazione, razionalizzazione e contenimento della spesa, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica nazionale, derivanti direttamente dall’assolvimento degli obblighi dell’Italia nei confronti dell’Unione Europea”.

  A dover controllare le azioni dell’ente è il così detto Responsabile della prevenzione e della Corruzione che però, sempre secondo la Corte dei Conti, non è un soggetto autonomo in Molise in quanto il governo Toma ha nominato, nel 2019, responsabile della corruzione colui che nello stesso anno ricopriva il ruolo di direttore dell’Avvocatura regionale nonché segretario di Giunta regionale. Controllore e controllato.

Ma anche le società partecipate non se la passano bene. In questo campo  la Regione la regione pratica bene, con una relazione che indica come si procederà alla razionalizzazione delle spese, ma razzola male perché non applica ciò che scrive.

Sotto la lente d’ingrandimento, infatti, finisce la fusione per incorporazione delle società Funivie Molise S.p.a. (in dismissione) con la Campitello Matese S.c.p.a. e la Korai S.r.l., entrambe in liquidazione, decisa con legge regionale Molise 11 febbraio 2019, n. 2.

Un processo voluto fortemente dal presidente della Regione Molise ma su cui la Sezione di Controllo della Corte dei Conti esprime forte dubbi “in merito alla legittimità, efficienza ed economicità connesse alla creazione del nuovo soggetto”.

Red.pol.

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