Il dr. Lucio Pastore, dirigente medico del Pronto Soccorso di Isernia, prova a fare chiarezza su alcuni aspetti che riguardano il Coronavirus.

Scrive Pastore su Facebook

“Provo a mettere un pò in ordine alcuni pensieri relativi al Coronavirus.

1) risultare positivi al tampone non significa avere la malattia. Si è portatori di virus ma si può essere perfettamente sani o paucosintomatici.

2) quale valore ha il tampone? Di individuare i portatori del virus per isolarli ed evitare con la quarantena il diffondersi veloce della pandemia.

3) il tampone non è la verità assoluta e può dare falsi negativi in una percentuale minima o può essere fatto in un momento in cui il virus non si é ancora moltiplicato a sufficienza da essere evidenziato

4) i presidi che si usano da mascherine, a guanti, camici, occhiali, difendono non solo gli operatori ma anche i pazienti.

5) distanziarci fisicamente ed adottare le norme igieniche è la difesa migliore per ritardare la diffusione della malattia.
Questo è importante perché evita che si addensi nel tempo e nello spazio un numero di casi tali che non possono avere tutti possibilità di accesso alle cure. Quindi è fondamentale diluire la trasmissione del contagio.

6) evitiamo di essere presi dalla psicosi della caccia all’untore di manzoniana memoria. Sembra essere lo sport preferito in questo momento.

7) cerchiamo di comprendere i punti deboli della realtà. Mi sembra evidente che la tendenza che abbiamo avuto a trasformare la salute in merce ed a privatizzare i sistemi sanitari , rappresenti un ‘vulnus’ evidente in questo momento. Se si guadagna con prestazioni e ricoveri, chi trae profitto da questa logica ha meno attenzione ad alcuni fattori di rischio ed è più facilmente soggetto ad errore. È un problema serio che ha messo in evidenza questa pandemia e si spera che non venga ignorato in futuro. LA SALUTE NON PUÒ ESSERE MERCE.

8) il momento è difficile specie per chi si vede privato di reddito per il blocco quasi totale ed improvviso dell’economia.

Non lasciamo soli nessuno ed evitiamo che cresca la tensione sociale. Ma iniziamo anche a pensare al dopo ed a come riorganizzare i nostri cicli economici che non credo potranno avere le stesse caratteristiche di prima.

Sarebbe interessante una riflessione collettiva di come riorganizzare i cicli economici nella nostra regione trasformando questa disgrazia in un’opportunità per il futuro”.

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