Dopo il convengo che si è tenuto a Isernia lo scorso 25 gennaio e che ha visto la partecipazione di illustri relatori, tra cui il procuratore capo della Repubblica Carlo Fucci, il sostituto procuratore preposto Maria Carmela Andricciola, l’onorevole Luca Toccalini, la giornalista Giusi Fasano del Corriere della Sera e la psicologa forense Roberta Bruzzone, con le testimonianze di Clementina Ianniello (mamma di Veronica Abate) e di Jessica Notaro (vittima della violenza di genere), continua l’impegno e l’attenzione che l’amministrazione comunale di Isernia sta riservando al tema della violenza di genere.

La consigliera comunale Irma Barbato, avvocato di BeFree Molise assegnato al CAV (centro antiviolenza) di Isernia, e Clementina Ianniello hanno dapprima incontrato il ministro Matteo Salvini al Viminale e poi il ministro Giulia Bongiorno, la quale ha promesso che entro l’anno prossimo sarà pronto il “codice rosso”, un pacchetto di provvedimenti per assicurare un rapido accesso alla giustizia e che prevede, fra l’altro, che la donna che subisce violenza debba essere ascoltata entro 72 ore.

A tal fine, è stata presentata una proposta di modifica di legge che possa garantire la certezza della pena e, soprattutto, assicurare una giusta condanna a chiunque commetta questo orribile reato. «La modifica – afferma l’avvocato Barbato – prevede l’aggiunta dell’aggravante: “della presenza di vincoli familiari, rapporti affettivi anche conclusi”, riferita esplicitamente all’articolo 575 del codice penale. In questo modo – ha aggiunto la consigliera Barbato – verrebbe preclusa la possibilità di far operare le attenuanti previste dagli articoli 62 e 62bis del codice penale, escludendo anche l’attuabilità del rito abbreviato e del patteggiamento».

Tutto ciò è solo parte del lavoro che sta portando avanti l’amministrazione comunale di Isernia, che ha avuto inizio a settembre con la nascita del CAV e che ha visto subito un sistema di rete e di sinergie tra le istituzioni, la Procura e le forze dell’ordine. In particolare, la Questura di Isernia ha anche attivato la “stanza dell’ascolto”, per garantire riservatezza e serenità alle donne che denunciano d’aver subito violenza fisica o psicologica.

È un percorso che ha bisogno del sostegno delle istituzioni nazionali e, soprattutto, del supporto della Regione Molise attraverso lo stanziamento di maggiori risorse, per cercare di mettere in moto un meccanismo valido di contrasto alla violenza di genere.

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