Sono solo “chiacchiere” ? Non lo si esclude, anzi è assai probabile ! Ma le voci sono tali che se confermate rappresenteranno un boom sotto il profilo numerico e quindi quantitativo di aspiranti/pretendenti alla futura Presidenza del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, ente che prevede per la prossima primavera 2017 l’appuntamento elettorale per designare la nuova deputazione, alias la nuova mappa amministrativa della bonifica dell’estremo Molise occidentale.

Ed allora ecco i nomi dei papabili aspiranti al vertice dell’ente di Via Colonia Giulia : partiamo col presidente uscente Vittorio Nola che sarà di certo della tornata elettorale, quindi l’attuale vice Carmine Falciglia, che si vuole in rotta di collisione col vertice in carica e come tale in marcia verso una propria presidenza, a seguire Michele D’Agostino, consigliere uscente e che in mancanza di una collocazione certa starebbe decidendo d’imbarcarsi in proprio nella rincorsa al vertice dell’ente.

Seguono Nico Palumbo, già presidente del consiglio comunale di Venafro della precedente legislatura e che punterebbe questa volta alla Bonifica, e dulcis in fundo il sindacalista Antonio Tedeschi, nel recente passato non povero di critiche ed osservazioni all’indirizzo dell’attuale gestione della bonifica venafrana. Certezze, sicurezze di candidature per la prossima primavera relativamente ai nomi predetti ? Assolutamente no ! Solo voci, perciò da prendere col dovuto beneficio d’inventario.

Ad ogni modo il fatto stesso che circolino e che sono tante, cosa assolutamente nuova rispetto al passato, sta a significare che moltissimo bolle in pentola al Consorzio di Bonifica di Venafro, ente che ricordiamo ha conosciuto nella legislatura che sta per concludersi una innovazione procedurale ed amministrativa assolutamente impensabile sino a qualche anno addietro : ossia la sfiducia al presidente senza comportare la conseguente decadenza dell’intera deputazione, il suo scioglimento e quindi le elezioni anticipate.

Oggi, sfiduciato il presidente, si procede a nuova designazione del vertice in seno alla stessa deputazione senza alcun contraccolpo o conseguenza, cioè senza scioglimento ed elezioni anticipate così come avveniva in passato. La novità, di grosso spessore sociale, politico e democratico, e che giammai si sarebbe “osato” nemmeno pensare sino al recentissimo passato attese storia e natura della bonifica venafrana, è stata varata ed avallata dal Consiglio Regionale del Molise, preposto al controllo degli enti di bonifica regionali, su delibera dell’attuale deputazione uscente del Consorzio di Via Colonia Giulia, inizialmente non concorde e nient’affatto convinta dell’innovazione ma alla fine, e dopo serrati confronti interni (!), arrivata a sottoscrivere collegialmente l’atto deliberativo.

Alla luce di siffatta e tanto sostanziale innovazione, altra grossa, profonda e consistente novità sempre in seno alla Bonifica dell’ estremo Molise occidentale viene da tempo prospettata da tanti consorziati del mandamento venafrano. Trattasi dell’abolizione delle fasce, che ricordiamo sono quattro e dividono i circa 4.000 consorziati di Venafro, Sesto Campano, Pozzilli e Montaquila in base ai tributi versati ed alle proprietà possedute, con diverso peso e consistenza elettorale.

Una fascia apposita e particolare è riservata ai maggiori possidenti/contribuenti, i quali -la storia stessa dell’ente di via Colonia Giulia lo conferma in toto- finiscono sistematicamente per avere peso e ruolo determinanti e più sostanziali nella gestione dell’ente e quindi della bonifica territoriale. Il resto, ossia il grosso dei contribuenti (oltre il 95% !), è invece suddiviso nelle restanti tre fasce e almeno sin’ora ha dovuto accontentarsi di briciole, in materia di gestione, indirizzi e programmazione dell’ente di bonifica.

Tale sistema delle fasce, secondo la gran parte dei 4mila consorziati, incide sulla reale ed effettiva democrazia in seno all’ente di bonifica in materia di partecipazione ed incidenza sull’amministrazione dell’ente stesso, per cui se ne chiede l’abolizione. “Solo quando e se tanto avverrà -garantiscono i sostenitori dell’abolizione delle fasce- finalmente s’instaurerà piena democrazia nell’ente di via Colonia Giulia, ponendo ogni singolo contribuente/consorziato sullo stesso piano giuridico del diritto partecipativo. Viceversa continueranno a persistere antidemocratiche sperequazioni, che ad onor del vero appaiono improponibili ed impensabili ad inizio di terzo millennio e in uno Stato di diritto come quello italiano”.

Tonino Atella

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