di Redazione politica
Il retroscena – Il presidente della Regione, Donato Toma, non ci sta a spostarsi da via Genova a via IV Novembre. Lui in Consiglio regionale vuole partecipare ma a distanza. Non vuole starsene seduto ore ed ore nell’aula adibita a sala dell’assemblea legislativa. Preferisce l’ufficio del quarto piano del palazzo della Giunta. Forse lì si sente più a casa.
Sono queste le voci che si rincorrono nella giornata odierna dopo la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente del Consiglio Salvatore Micone. Hanno partecipato i capigruppo di Pd (Micaela Fanelli), 5stelle (Andrea Greco), Lega (Aida Romagnuolo oggi in quota Fratelli d’Italia), Gruppo Misto (Filomena Calenda), Iorio per il Molise (Michele Iorio oggi in quota Fratelli d’Italia), Udc (Salvatore Micone). Sul piatto c’era da rivedere la regole di partecipazione ai consigli regionale stando comodamente a casa.
Un modus operandi che in questi mesi ha sollevato critiche rispetto a tanti lavoratori che, nonostante il Covid, tutte le mattine si sono recati sul posto di lavoro. Assenti alla riunione i partiti di Forza Italia (il partito di Donato Toma) con capogruppo Armandino D’Egidio . Non partecipa il gruppo politico legato a Patriciello capeggiato da Gianluca Cefaratti. Assente anche il gruppo dei Popolari che riferimento a Vincenzo Niro guidato, in Consiglio, dal consigliere Di Lucente.
Era assente il gruppo di Fratelli d’Italia nella sola persona del capogruppo Quintino Pallante le cui posizioni politiche, appare sempre più chiaro, sono completamente diverse rispetto ai colleghi di partito – ma non di gruppo consiliare – Romagnuolo e Iorio. L’assenza però non ha prodotto risultati che vanno verso la volontà del presidente della Giunta.
Ad imputarsi per la presenza fisica in Consiglio durante le sedute, già nei mesi passati, pare sia stato proprio Salvatore Micone che aveva più volte auspicato a Toma un ritorno alla condizione di normalità. Cosa che contrastava con la volontà del presidente della Giunta.
La resa dei conti sulla diatriba interna alla maggioranza è arrivata nella conferenza di oggi quando sempre Micone ha portato avanti le sue ragioni accolte all’unanimità dei presenti. Così come all’unanimità dei presenti si è deciso che, chi non partecipa in presenza, non avrà diritto al rimborso spese.
Finisce anche la convocazione del così detto tavolo Covid del lunedì. Una riunione a porte chiuse dei consiglieri regionali con il commissario alla pandemia, Donato Toma, e i collaboratori primo fra tutti Oreste Florenzano. Un tavolo ritenuto “inutile”, secondo le dichiarazioni dei presenti, “dove ci si ritrova solo per sentirsi dire che va tutto bene” avrebbero dichiarato.
Il monitoraggio della situazione Covid dovrà essere effettuato in Consiglio regionale dopo aver ascoltato la relazione del governo (di Toma) che aprirà il conseguente dibattito con i consiglieri che potranno esprimere pubblicamente le proprie posizioni politiche, presentare delle proposte e produrre, se ritenuto opportuno, atti di indirizzo in merito alle questioni affrontate.
Infine il Consiglio si riappropria del suo ruolo e mette sotto tutela la Giunta. Sono troppe le leggi che il governo nazionale impugna. Da qui la necessità, secondo le forze politiche presenti all’incontro, di stabilire un collegamento tra Giunta regionale e Consiglio nella trattazione delle osservazioni del governo centrale.
Insomma, non vorremmo essere nei panni del presidente della Regione Donato Toma messo sempre più all’angolo dai cittadini e dalle forse politiche, comprese quelle che lo hanno portato alla vittoria appena due anni e mezzo fa. Si prevede un secondo tempo della legislatura piuttosto bollente.