Di Massimiliano Scarabeo

 

Enzo Carra è morto.
Per la seconda volta.
Questa volta davvero.
Chi è Enzo Carra? Un martire del giustizialismo.
Come Sergio Moroni, come Gabriele Cagliari, come molti altri, come decine, centinaia di persone che hanno subito la gogna dei media.
Chi erano? Boh… chi lo sa? Chi li racconta? Quante trasmissioni ci fa La7?
Sergio Moroni si sparò perché la sua voce era flebile disse e allora non “rimane che un gesto”.
Un Parlamentare che si spara perché non ha più voce per difendersi dalla gogna.
Cosa enorme, gigantesca, che nessuno racconta.
Gabriele Cagliari ex Presidente dell’Eni, che si infila la testa in una busta di plastica e si lascia morire.
Chi era costui?

Chi era Enzo Carra?
Un democristiano portavoce di Forlani, capo della Dc, esibito in schiavettoni a reti unificate.
Per un processo poi finito in nulla.
Assolto da tutto.
Ma allora bisognava esibire l’arresto della Dc!
Carra era la Dc in schiavettoni.
Così come Moroni e Cagliari ed altre decine di persone che si sono suicidate erano il Psi che “si vergognava” e si suicidava. Come si disse.
Scene terrificanti. Che si ripetevano ogni giorno. Ogni ora.
Per le quali i giornalisti di allora non hanno mai chiesto scusa.
I giornalisti di allora che hanno fatto carriera per quello che hanno fatto allora e che ci fanno la morale anche oggi.
Gli stessi.
La compagnia di giro che vedete in tutte le trasmissioni televisive oggi. Che si invitano a vicenda per promuovere se stessi.
Sempre quelli.

Carra. Una storia che si deve dimenticare.
Per sua “fortuna” è morto e adesso la ricordiamo. Noi. Quattro gatti.

Storie enormi. Che hanno cambiato il corso della storia.
Ma sono dimenticate. Sparite. Nel nulla.

Quei giornalisti si indignano su tutto, su tutti, meno che per queste storie, perché dovrebbero indignarsi per le loro storie. Per se stessi.
Li vedete, sono ancora lì. Direttori e vice direttori di giornali, conduttori televisivi, partoriscono un libro ogni sei mesi, da presentare nella trasmissione del collega, poi ricambiato.

E che vogliono ancora oggi la libertà di gogna.
Intercettazioni, verbali in diretta televisiva.
La scambiano per libertà di stampa: “noi siamo giornalisti che scambiano la libertà di stampa per impunità di casta”. Ha detto Michele Serra.

Ciao Enzo Carra.

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