Sollecitazione al Vescovo Diocesano Mons. Cibotti per la sua riapertura alla luce della ricca storia religiosa e popolare del tempio sino al recente passato

 

Un tempo, all’incirca  sino alla metà del secolo scorso, era negli affetti di tanti a Venafro, soprattutto delle classi popolari e contadine che la frequentavano ben volentieri sia per finalità religiosi che sociali. Si sta scrivendo della chiesetta di San Donato, tempio modesto per dimensioni e fattezze anche se nel campanile sul tetto conserva una piccola e bella campana i cui rintocchi però non si sentono da tempo immemorabile. Ciononostante era importantissima per la collettività venafrana del recente passato. Oggi vi scorre dinanzi la statale 85 Venafrana, nei pressi transita la linea ferrata molisana e praticamente si ritrova nel centro urbano dato lo sviluppo topografico ed urbanistico della città. Intorno alla metà del ‘900 era invece all’estremo sud della Venafro dell’epoca, il cui abitato terminava abbondantemente prima, ossia molto più a nord rispetto a tale luogo di culto che di fatto era situato all’estrema periferia sud della Venafro del tempo ed immetteva nella piana di Venafro. San Donato cioè risultava il punto di riferimento quotidiano e d’incontro per tante coppie contadine del passato. Le casalinghe cioè col cesto in testa ricolmo del pranzo scendevano dal paese sino a San Donato, dov’erano i loro mariti ad attenderle per consumare assieme il pranzo prima di tornare gli uomini al lavoro nei campi e le mogli a casa a rassettare ed accudire i figli. Ed era tanto popolare, importante e frequentata tale chiesetta  che annualmente vi si svolgeva un’affollata festa religioso/civile cittadina con tanto di luminarie, celebrazioni religiose ed appuntamenti civili. Poi però un bruttissimo giorno tutto questo non solo finì, ma addirittura si chiuse a doppia mandata San Donato, senza più celebrarvi né tanto meno riaprirla ! E le cose tali purtroppo sono rimaste ! San Donato chiusa attualmente e da decenni h 24 nonostante la sua bella e ricca storia religiosa e popolare, tra cui quella della nonna danese che sino ai primi anni ’50 vi portava volentieri il nipotino adottivo in carrozzella correndo, cantando e divertendosi  col piccolino, prima di fermarsi entrambi a riposare sul sedile in pietra dinanzi a San Donato (all’epoca non c’era traffico stradale …) consumando il pane ed un po’ di companatico portato da casa, dissetandosi con una fresca bottiglia d’acqua sorgiva venafrana. Ecco, solo ricordi -peraltro bellissimi- per San Donato, la cui storia sembra non voler ripartire affatto ! No, invece. Con coraggio, volontà e determinazione San Donato può riaprire, anche solo per un segno di croce, una veloce preghiera, un momento di riflessione per chi transita su gomma o a piedi.  Ed allora un cortese invito alla Curia Diocesana d’Isernia/Venafro ed in particolare al Vescovo Mons. Cibotti affinché, giuste le motivate sollecitazioni di tanti venafrani di ogni età, estrazione sociale e d’ambo i sessi, la chiesetta di San Donato riapra e torni finalmente a nuova vita, una volta ripulita e resa accogliente. I venafrani ne sarebbero, meglio ne saranno  contentissimi, si creda !

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