Mille metri quadrati di terreno, oggi di proprietà privata, a lato di Castello Pandone dove l’immaginaria  Contessa Pandone era solita intrattenersi

La donna del Conte Enrico Pandone, appunto l’immaginaria Contessa e nobildonna venafrana del XIV secolo era solita intrattenervisi, cogliendo la frescura del luogo, la bellezza naturale al suo interno e l’immagine che dall’alto si godeva dell’allora ridotto abitato venafrano, tutto arroccato ai piedi dell’antico immobile medievale. Si era nel  XIV° secolo ai tempi del Conte Pandone, all’epoca Signore di Venafro, appassionato di magnifiche specie equine che amava far riprodurre a rilievo sulle pareti del piano nobile dell’antico maniero che era sua residenza, prima che le sbagliate scelte politiche della sua giovane e breve esistenza lo esponessero all’avversione dell’allora Re di Napoli.

Quegli infatti ne ordinò la decapitazione nella storica zona dei Tribunali partenopei, dopo averlo fatto catturare all’interno del  Castello venafrano dove l’intraprendente e volitivo Conte Enrico si era rifugiato nel tentativo di sfuggire alla pena capitale. Prima però che si avesse siffatto tragico epilogo, la vita a Castello Pandone di Venafro era tutt’altra. Dignitari e nobili che lo frequentavano ben volentieri, il giovane Enrico che faceva sfoggio della sua potenza e i cavalli riprodotti a rilievo nelle stanze del Castello erano dimostrazione della passione per i quadrupedi da parte del giovane ed ambizioso Conte venafrano, nonché delle amicizie che contava con altri potenti dell’epoca. E in parallelo l’esistenza nel maniero e nelle vicinanze era intensa ed assai bella. Giusto all’esterno delle mura della fortezza c’era infatti -e c’è tuttora, anche se oggi è di proprietà privata, esattamente di una famiglia venafrana residente negli Usa e che periodicamente rientra a Venafro per piacevoli periodi di genuina venafranità, del resto mai dimenticata né tanto meno abbandonata- giusto all’esterno della fortezza c’era appunto un magnifico e ricco giardino, detto appunto Il Giardino della Contessa, dove i dignitari del tempo-Contessa in testa- s’intrattenevano ben volentieri.

L’aria era fresca, si respirava ossigeno a pieni polmoni grazie al verde abbondante che l’arricchiva, c’erano fiori, piante, aromi, frutti ed alberi per tutti i gusti e di ogni tipo e restarvi all’interno anche per pomeriggi e serate intere era un autentico piacere. Si parlava, si ascoltava musica proviamo ad immaginare, si passeggiava, si mangiava qualcosa e solo a sera tardi si rientrava per il riposo notturno. La “padrona di casa”, la “Contessa”, era ovviamente la protagonista principale e tutt’intorno  a lei c’erano tant’altre e tant’altri che ben volentieri frequentavano tale verde, assolutamente accogliente e piacevole.

Oggi tale “Giardino della Contessa”, o anche “della Principessa” se si preferisce diversamente, come detto non è dello Stato Italiano come l’attiguo Castello, bensì di un privato venafrano che pur risiedendo oltre oceano ne ha tantissima cura, ritrovandovi evidentemente le proprie origini. Desiderate visitare “Il Giardino della Contessa” o della Principessa di Venafro ? Tocca aspettare che rientri il venafrano dagli Usa, che sarà ben lieto comunque di accogliervi al suo interno perché ne apprezziate tenuta e ricchezza naturale ! Nel frattempo accontentavi di ammirarlo in foto dall’alto, gustandone bellezza e l’invitante suggestione.

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