A pugnalare alle spalle l’attuale presidente della Regione Molise sono i suoi più fedeli sostenitori all’interno del palazzo.

Secondo alcune indiscrezioni, nella riunione tenutasi a Isernia e tanto fortemente voluta dalla coordinatrice e parlamentare di FI Annaelsa Tartaglione, è partita l’opera di chiarimento di chi oggi continua a reggere il governo regionale.

La contrarietà del presidente del Consiglio Salvatore Micone, presente in quota UDC insieme al coordinatore di Isernia Mimmo Izzi, è nota ormai. Micone non nasconde la sua distanza da Toma neppure nelle sedute pubbliche del Consiglio regionale. E pare che nella riunione tenutasi nel capoluogo pentro non abbia risparmiato bordate anche agli assessori regionali colpevoli di aver aumentato lo stipendio alla sub commissaria alla sanità che già ne percepisce 135mila di euro per stare e qui e chiudere i nostri ospedali.

Anche tra la Tartaglione e Roberto Di Baggio, il sottosegretario già assessore regionale, si è registrata qualche frizione ma al momento il sodalizio continua a reggere anche perché la parlamentare di Berlusconi sa che Di Baggio, per ora, non può muoversi se non si vuole ritrovare senza incarichi in regione.

Perché a mantenere il velo alla giovane rampante isernina è il presidente della Giunta Donato Toma.

Forza Italia in questi anni ha fatto bottino pieno con la suddivisione degli incarichi regionali. Ciò che non ha avuto FI è andato a beneficio di qualche assessore molto fedele, pare sia stato il liet motive di Vincenzo Niro che non ha risparmiato le sue frecciatine a Quintino Pallante colpevole, secondo Niro, di essere entrato troppo nelle grazie di Toma.

Così, tra una freccia e l’altra da lanciare e da schivare, pare che Vincenzo Niro abbia posto un quesito: chi si carica Donato Toma che sta facendo tanti danni politici anche agli assessori uscenti?

E se tra i presenti qualcuno pare abbia dato per scontato che il partito di Toma sia Forza Italia, ecco che è arrivata pronta la smentita della giovane Tartaglione. Insomma, FI Molise pare non avere nessuna intenzione di caricarsi Toma anche perché, sempre secondo i bene informati, Toma non farebbe parte di Forza Italia. E’ lui che si colloca lì, avrebbe affermato una sconsolata Tartaglione che continua a mantenere in vita il governo regionale. E alla domanda di Niro: ma a questo Toma chi lo ha scelto?, sapete quale è stata la risposta dei presenti: Filoteo Di Sandro e Michele Iorio. Lasciando a bocca aperta il coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni che così diventerebbe il responsabile della presenza di Toma nonostante proprio FDI sia l’unico partito che si è opposto alla gestione scellerata della cosa pubblica da parte di un governo regionale promanazione del governo Frattura.

Intanto per salvare capre e cavoli, il centrodestra di Toma (ossia i consiglieri e gli assessori uscenti filo governativi) pare abbiano aperto il discorso legge elettorale. C’è chi, come Vincenzo Niro, vuole eliminare l’elezione diretta e tornare al presidente della Giunta eletto all’interno del Consiglio. E c’è chi vorrebbe salvare la propria posizione ipotizzando l’eliminazione del collegio unico e la formazione di tre collegi (Campobasso – Termoli – Isernia). Cosa faranno le opposizioni?

 

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