Il seggio per Montecitorio cambia ancora titolare e torna alla coordinatrice degli azzurri

Nel giorno in cui tornano a salire le quotazioni di Annaelsa Tartaglione, quindi di nuovo il il seggio molisano maggioritario della Camera è accreditato nella dotazione di Forza Italia, il centrosinistra rafforza l’offensiva e cala la carta di Federica Vinci – vice sindaca a Isernia, la città della deputata azzurra uscente – che quindi contrasterà il fronte Meloni-Salvini-Berlusconi insieme alla segretaria dei Giovani dem Caterina Cerroni. Una bella sfida fra giovani donne, quella che i molisani potrebbero avere davanti dal 23 agosto in poi. Soprattutto, la corsa casalinga della coordinatrice forzista spazzerebbe via il modello del centrodestra colonizzatore che fa incetta di collegi sicuri per colonnelli e personaggi a cui non si può dire di no. Comunque, stranieri.
Ma nel centrodestra non è certo ancora nulla. Circolano i primi nomi per i tre partiti principali, ma in base agli impegni dei leader sugli uninominali non si chiuderà prima di oggi o domani. Saranno Meloni, Salvini e Berlusconi a definire direttamente il quadro, infatti. Ai moderati, la quarta gamba, andranno 15 seggi maggioritari ceduti da Fratelli d’Italia. Sulla posizione nei vari proporzionali, invece, si ‘combatterà’ anche con i centristi fino all’ultimo minuto. Sabato il quadro dovrebbe essere finalmente chiaro.
Il ritorno all’ipotesi originaria – a Forza Italia la Camera e a FdI il Senato – confermerebbe anche la candidatura del coordinatore del partito di Meloni Filoteo Di Sandro.
Intanto, a tenere banco sono le ‘pillole quotidiane’ del Cavaliere. «Oggi cominciamo a parlare di giustizia. In Italia migliaia di persone ogni anno vengono arrestate e processate pur essendo innocenti. Il processo è già una pena, che colpisce l’imputato, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro. Per questo non deve trascinarsi all’infinito, in appelli e contro appelli. Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili. Un cittadino – una volta riconosciuto innocente – ha diritto di non essere perseguitato per sempre», ha scritto ieri su Fb Silvio Berlusconi.
«La questione era stata affrontata dal legislatore nel 2006 con la legge Pecorella e la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima quella legge», ha commentato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. «Ci sono principi costituzionali – ha sottolineato – che devono essere necessariamente rispettati. Il tema può essere discusso ma non rappresento nei termini che ho letto, ossia che migliaia di persone siano ingiustamente sotto processo. Questo non rende giustizia al difficile lavoro dei tribunali e del corti nell’accertamento della verità dei fatti».

 

 

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